L’attacco del Como si fa in tre. E ora arriva anche Ambrosino

Calcio serie BCerri, Cutrone e Mancuso stanno viaggiando al ritmo di quattro gol a testa. L’azzurra una delle poche squadre a non affidarsi a una coppia. Con la variabile del giovane

Tre gol con tre attaccanti diversi. A Terni è successo per la prima volta, ed è stato un segnale molto importante. Perchè del potenziale offensivo di questo Como si è parlato tanto, sin dall’estate. E lo sbloccarsi di queste bocche da fuoco può essere davvero un’arma potentissima per ribaltare la situazione.

Quattro gol a testa per il trio Cerri-Mancuso-Cutrone è un rendimento per qualcuno di loro certamente sotto le medie personali, almeno sinora, ma c’è questo fondamentale particolare: che sono, appunto, in tre.

Un supporto in più

E nella logica delle cose almeno uno che ogni partita possa metterla c’è. Se non, come abbiamo visto, anche più di uno. Aggiungendo poi il fatto che a supporto c’è un giocatore come Ambrosino, che con il gol ha dimostrato di avere un rapporto splendido.

Migliorato dunque un po’ il rendimento difensivo, numeri alla mano, e gli equilibri generali della squadra, adesso davvero può esserci da divertirsi. Perché effettivamente il numero di occasioni e la qualità stessa del gioco offensivo è cresciuto visibilmente.

Sei gol nelle ultime quattro partite non rispecchiano quello che invece si sarebbe potuto ottenere. Un rammarico da un lato, ma un segnale estremamente confortante dall’altro.

Non sono poche, in verità, le squadre di questo campionato che hanno un trio d’attacco protagonista: dal Bari con Cheddira, Antonucci e Folorounsho al Pisa con Gliozzi, Torregrossa e Morutan, dalla Reggina con Fabbian a cinque gol e tre giocatori a quota quattro, al Cagliari con Lapadula, Pavoletti e Luvumbo, tanto per fare degli esempi.

Più che con i superbomber – nessuno è ancora arrivato in doppia cifra – in campionato è di moda il contributo collettivo in un torno che forse mai come quest’anno ha tanti attaccanti forti. E il Como si inserisce benissimo in questo contesto.

Venti reti totali sono ancora poche, facendo i confronti però il Como va meglio in attacco che in difesa: dodicesimo per gol segnati, terzultimo per quelli subìti. Meglio in trasferta che in casa, undici gol a nove, grazie soprattutto alle ultime gare esterne, quella di Ascoli e di Terni. Che evidentemente però non sono un caso.

Pochi rigori a favore

Pochi rigori a favore, questo sì: solo due e nella stessa partita, quella con il Bari, uno sbagliato e uno segnato. Se si pensa che la scorsa stagione il Como è stata la squadra che si è procurata più rigori di tutte, ben dodici, ed è stata in testa a questa classifica per tutta la stagione, la differenza è notevole.

Ma non è poi un dato così fondamentale se l’attacco continuerà a girare in questo modo: basti pensare che il Frosinone capolista è una delle tre squadre che di rigori a favore non ne hanno ancora ricevuto nemmeno uno.

Il Como per segnare di soluzioni ne ha tante, e con questi attaccanti ne può trovare a ogni partita. Il meccanismo sembra aver cominciato a ingranare bene: la differenza adesso può e deve arrivare anche da qui.

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