Longo fa duecento. E sogna la festa insieme al Como

Il tema Il mister azzurro ha tagliato il traguardo a Bari. Tante le panchine da professionista tra A, B e C e va a caccia del regalo più bello: la conquista dei playoff

Duecento panchine in campionato tra i professionisti. Moreno Longo a Bari ha tagliato un traguardo comunque significativo per un allenatore ancora un po’ distante dai cinquant’anni.

Duecento gare tra A, B e C in cui la B è decisamente prevalente, con 149 partite. Ce ne sono poi 32 in serie A e solo 19 in C. Ed è stata sinora una carriera piena di emozioni diverse, sicuramente più positive che negative, più alti che bassi. Un bottino a cui vanno poi aggiunte altre diciassette partite, sette di Coppa Italia e dieci di playoff, che sono stati sinora il suo vero cavallo di battaglia.

Biglietto da visita

Iniziò con dieci anni con i giovani, di cui sette nel settore giovanile del Torino vincendo tra l’altro il titolo italiano con la Primavera nel 2015 e l’anno dopo la Supercoppa. Un bel biglietto da visita per l’ingresso tra i professionisti, a cui arrivò a quarant’anni, pochi anni fa. E fu subito un doppio successo: il primo anno in B raggiungendo la salvezza con la Pro Vercelli e l’anno dopo a Frosinone con quella che resta sinora la sua soddisfazione sportiva più grande.

Perché la sua squadra lottò a lungo per la promozione diretta, arrivò a pari punti con la seconda, il Parma, e per la classifica avulsa fu costretto a giocare i playoff, vincendo poi una combattutissima finale con il Palermo, conquistandosi sul campo la serie A.

Fin lì gioie, poi i primi dolori. Perché la sua stagione di esordio in A durò solo sedici giornate: fu esonerato dal Frosinone nel dicembre del 2018, tra l’altro proprio il giorno della sua panchina numero 100 in campionato. Una delusione parzialmente mitigata dalla sua esperienza successiva, alla guida del Torino, la società di casa, in cui era cresciuto prima come allenatore poi come tecnico.

Fu chiamato al posto di Mazzarri, per portare i granata alla salvezza in A, restò in panchina per sedici partite e ci riuscì con due settimane di anticipo. Bella impresa, ma una altrettanto bella, e più emozionante, lo attendeva l’anno dopo, ad Alessandria. Anche in questo caso subentrò, stavolta a gennaio, e con un grande girone di ritorno portò i grigi al testa a testa con il Como per la vittoria del campionato. Proprio al Sinigaglia, a una giornata dalla fine, nello scontro diretto il Como vinse e festeggiò la promozione. Ma Longo vinse anche i suoi secondi playoff, battendo il Padova in finale e portando i grigi in serie B.

La delusione più cocente

L’anno scorso è arrivata forse la sua delusione più cocente: in corsa per la salvezza sino all’ultima giornata, proprio nello scontro diretto con il Vicenza perse anche la possibilità di giocarsi i playout. Addio B e addio Alessandria. Oggi le sue seconde cento presenze si festeggiano con meno ansia delle prime, anche se la missione salvezza non è ancora del tutto compiuta.

Per certi versi è la sua stagione più tranquilla, è certamente più abituato a lottare fino all’ultimo. Sarebbe bello che accadesse anche quest’anno, ma solo guardando un po’ più in su. A quei playoff che sinora Longo ha sempre saputo vincere e che da quando c’è lui in panchina il Como, numeri alla mano, starebbe meritando.

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