Ludi: «Chi ha parlato di A? Stiamo guarendo e Fabregas arriva»

Il direttore generale del Como: «Dal mercato un difensore e un esterno. Poi si vedrà. L’attacco è ok»

Nell’ufficio di Carlalberto Ludi non c’è spazio per schizofrenie e fibrillazioni. Il direttore generale del Como rappresenta in pieno i piani di una società che non ha fretta, che valuta il da farsi anche sul mercato senza isterismi, conscia del fatto che il progetto è a lungo termine e si possono valutare le cose con distacco. Certo, il pericolo di essere risucchiati sul fondo esiste ancora, ma per ora tutto viene vissuto con freddezza e calcolo. Il Como l’anno scorso aveva girato a 25 punti, quest’anno a 22. Ma l’anno scorso la crisi di risultati era arrivata nel girone di ritorno, mentre quest’anno è arrivata all’andata e dunque in viale Sinigaglia c’è la speranza e la fiducia che le cose possano essere rimesse a posto. Che poi significa, sempre secondo progetti, “migliorare la posizione in classifica dello scorso anno”.

Ludi, cominciamo da mercato. Cosa farete?

Sicuramente c’è l’esigenza di prendere un difensore centrale. Abbiamo perso un giocatore come Solini, dunque anche numericamente siamo sotto dimensionati.

Si è letto di Pierozzi.

Quella di Pierozzi è una trattativa avviata. Nel caso, si tratta di un giocatore che può ricoprire il ruolo di esterno destro, oppure di quarto a destra nel 3-4-1-2. Con lo spostamento di Iovine a centrocampo, lì è venuta a mancare una alternativa a Vignali.

Aveva giocato con Longo.

Sì, la storia è curiosa perché i Pierozzi in B sono due gemelli e tutti e due giocavano nella Fiorentina, uno a destra e uno a sinistra. Il primo è andato all’Alessandria dove ha incrociato Longo, e poi quest’anno al Palermo. Il secondo è andato alla Reggina.

A centrocampo farete qualcosa?

Detto che la nostra società valuta sempre tutte le situazioni minuto per minuto, ed eventualmente è pronta a intervenire, diciamo che a centrocampo ci aspettiamo il rientro di Fabregas e Baselli, che sarebbero due ottimi acquisti.

Parliamo di Fabregas. Dopo quattro mesi, cosa concludiamo sulla sua esperienza sin qui? Può essere protagonista?

Premessa: dobbiamo ringraziare questa proprietà che ha permesso una operazione che rimarrà nella storia di questa società. Per spessore del calciatore, del personaggio e dell’uomo. Dopo di che, Fabregas, dopo due anni in cui aveva giocato poco, era normale avesse bisogno di tempo. Il mister gli ha chiesto delle cose nuove, lui si è applicato al massimo come sua indole. In alcune partite come a Genova, pur nel piano di recupero, è stato importantissimo nel finale a pulire dei palloni delicati. E poi vorrei raccontarvi una cosa.

Prego.

Fabregas aveva praticamente completato il suo recupero. Non aveva giocato con il Bari perché serviva altro, ma ad Ascoli sarebbe partito titolare. Invece è arrivato l’infortunio muscolare. Ora: da uno come Fabregas, al quale i medici avevano detto che sarebbe stato logico aspettarsi un rientro dopo la sosta. Un altro giocatore della sua statura lo avremmo visto dopo le feste. Invece lui ha fatto il massimo per recuperare, per essere pronto con il Cittadella, anche se sapeva che, con ogni probabilità, sarebbe partito dalla panchina. Grande professionista.

Dunque è pronto per tornare?

Secondo me siamo vicini, credo schierato davanti alla difesa. Anche se per quello va chiesto al mister.

In attacco come stiamo?

Siamo contentissimi del rendimento dei nostri attaccanti. Abbiamo un attacco che ci invidia la categoria. Non credo che ci sia bisogno di intervenire.

Cutrone per quanto ne avrà?

Si dice due settimane, io spero ci averlo con il Pisa.

Incuriosisce la figura di Ambrosino.

Un bravo ragazzo, innanzitutto, molto positivo. Stiamo parlando con il Napoli, e la società sa che a lui piacerebbe restare. Direi che la sua crescita è testimoniata dal suo percorso: prima i tribuna, poi in panchina, poi 5’, poi mezzora. Anche per lui c’è stato il salto di qualità mentale dal passare da una squadra Primavera a un campionato professionistico. Nel girone di ritorno con ogni probabilità potrà fare sempre meglio.

Si è letto che che la società cercava un portiere.

Noi siamo contenti dei nostri portieri. Ghidotti, poi, ha saputo conquistarsi la fiducia di tutti. È, tra l’altro, anche un ragazzo intelligente. Ha l’appoggio della gente, che per un portiere è psicologicamente importante. Deve crescere solo un pizzico in personalità, nel senso di farsi sentire di più dai compagni. Ma sta facendo molto bene.

La squadra adesso ha due moduli: il 3-4-1-2 e il 4-3-1-2. Dipende dal centrocampo con o senza Fabregas?

Innanzitutto voglio dire che avere diverse soluzioni tattiche è nella filosofia di questa società. Poi, il cambiamento è stato adottato per un problema in difesa: ci siamo trovati senza Vignali e Iovine contemporaneamente, c’era un buco a destra e allora il mister si è messo a tre dietro. Poi ha visto che con quel modulo avevamo fatto bene ed è stato ripresentato. Ma è un bene avere più soluzioni.

Arrivano adesso quattro partite delicate. Scelga lei: quattro partite difficili da vivere in trincea perché siamo una squadra da salvezza, o quattro partite trampolino per riconquistare un ruolo da protagonisti?

Devo fare una premessa.

Prego.

Ho visto troppa delusione, troppa acidità nei commenti dopo i primi risultati negativi. Tenuto presente anche cosa ci era successo con l’allenatore. Ho letto titoli come “disastro” oppure “flop”. Allora devo ricordare a tutti che l’obiettivo di quest’anno era migliorare la classifica dell’anno scorso. Nessuno ha parlato di playoff o tantomeno di A. Sapete che il piano è fare un salto in avanti nelle prossime due stagioni, ma quest’anno eravamo stati chiari. L’obiettivo è assolutamente alla portata, abbiamo girato tre punti sotto lo scorso anno, ma con almeno otto punti persi in quattro partite (Cagliari, Pisa, Spal e Bari) per delle ingenuità. Potremmo avere 30 punti, pur con le famose cinque partite con il problema dell’allenatore. Dunque siamo fiduciosi.

Ok, ma allora le prossime quattro partite?

Le giochiamo come una squadra che sa di essere ancora in posizione calda, dunque con umiltà e cercando di ottenere il massimo. Questo è un campionato equilibratissimo. Anzi, il più equilibrato mai visto sin qui, Wise e Fabregas non credevano ai loro occhi durante il girone di andata. Il bilancio dopo ogni giornata di campionato rischia di essere eccessivo e sbagliato. Viviamo tutto con un pizzico in più di serenità.

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