Ludi: «Prima la salvezza
Poi vedremo il resto»

«Appagamento? No, questo non credo. Siamo noi, prima ancora dei tifosi, a pretendere di più, perché conosciamo le potenzialità di questo gruppo»

Non un incidente di percorso, ma una prestazione negativa che fa parte del percorso stesso. Il dg del Como Carlalberto Ludi definisce così la caduta di sabato contro la Spal.

Una sconfitta da analizzare con attenzione ma senza nessuna eccessiva preoccupazione. In un cammino che continua a essere sereno e soddisfacente.

Ludi, che spiegazione vi siete dati dopo aver visto un Como irriconoscibile?

Gli aspetti tecnici legati alla preparazione della partita li lascio all’allenatore e al suo staff. Da parte mia, ho visto una squadra che non è riuscita mai a ritrovarsi, una sotto prestazione che non deve ovviamente ripetersi, ma che si deve ricondurre al cammino di un campionato difficile come la serie B. Che ogni settimana regala risultati strani, particolari. Oltre al valore dell’avversario.

Al Como però non era forse mai capitato.

È stato però anche un periodo di dispendio psicofisico notevole.

O cominciano a pesare anche certe assenze, a cui non si riesce a far fronte?

È chiaro che nella partita di sabato, per esempio un giocatore come Cerri sarebbe stato utilissimo, se non fondamentale. O uno con le caratteristiche di Parigini. C’è anche da considerare che in questo periodo ci siamo trovati a dover far fronte a tante assenze. Scaglia, Varnier, Gatto, Chajia che ci è mancato tanto, Gori... Ma non possiamo non considerare quanto hanno dato e stanno dando quelli che giocano al loro posto. Per quanto riguarda sabato non farei discorsi individuali comunque, è tutta la squadra che non ha girato.

Difficile, oggettivamente, analizzare per esempio la partita di Ciciretti alla sua prima da titolare, forse il più atteso. L’uomo che avrebbe potuto dare l’ispirazione che non è arrivata.

Lui ha bisogno di una squadra che giochi a calcio, e sabato non ci siamo riusciti. Ma ha già dimostrato, per esempio nella mezz’ora di Ascoli, che può dare tantissimo. Oltre a ciò che dimostra ogni giorno in allenamento. La sua prova con la Spal ha un valore molto relativo, come dicevo in quella gara sarebbe servito più uno come Parigini.

Individualità a parte, può anche essere che da questa squadra, visto quello che di buono c’è stato sinora, ci si aspetti di più di ciò che davvero può dare? Le aspettative, diciamo pure le pretese, dell’ambiente hanno superato la realtà?

No, questo non credo. Siamo noi, prima ancora dei tifosi, a pretendere di più, perché conosciamo le potenzialità di questo gruppo. E giustamente i tifosi hanno il diritto di vivere tutte le speranze, di essere liberi di sognare e di pretendere il meglio. Detto questo, nessuno di noi ha mai parlato di altro obiettivo che non fosse la salvezza. E quindi ora arrivare prima possibile a 43-44 punti. Parlando di qualsiasi altra cosa parleremmo del nulla, per ora.

E una volta arrivati lì? Si può correre il rischio che con una situazione di classifica così tranquilla la squadra si possa un po’ sedere?

Abbiamo un obiettivo concreto, ma non abbiamo limiti. Perché siamo fortunati ad avere un organico in cui ognuno, per ragioni diversi, ha motivazioni fortissime. E sono certo che sarà così fino alla fine. Nessuno qui può e vuole sedersi, fino alla fine. Non è la filosofia della società, non è l’atteggiamento dell’allenatore e della squadra.

Voi giustamente non lo fate mai, ma è il caso di ricordarsi ogni tanto quanto tante società abbiano speso più del Como, per dare valore a ciò che siete riusciti a fare fino a qui?

Abbiamo speso il giusto, secondo me. E preferisco guardare noi stessi, senza fare paragoni. Siamo felici di aver creato una situazione sostenibile, che ci consenta di crescere e di ottenere anche buoni risultati. Ed è su questa linea che dobbiamo continuare a lavorare. Certo, rispetto ad altre realtà, il nostro è un cammino più che positivo.

E a chi spera di poter ambire ai playoff, che cosa risponde?

Che se in queste prossime giornate a un certo punto saremo nelle condizioni di pensarci, non ci tireremo indietro. Se si apriranno scenari diversi, noi saremo lì, pronti. Quello che abbiamo sempre detto.

Sabato ha colpito la reazione di Gattuso alle critiche di un tifoso...

Sappiamo tutti come Jack viva questo suo ruolo, con quale attaccamento, con quale coinvolgimento emotivo. Ed è questa passione che lo ha portato a manifestare il suo disagio. Poi, certo, nel nostro ruolo dovremmo essere abituati a farci scivolare addosso qualsiasi critica. È stato un episodio spiacevole, ma comprensibile, la cosa bella è che la tifoseria sia comunque con lui e con la squadra, il pubblico è stato straordinario anche sabato.

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