Mister prudenza: «Noi da playoff? Troppo presto per dirlo»

Intervista Non può essere cambiato tutto in una settimana. Sino a sette giorni fa si metteva persino in dubbio se questa squadra potesse salvarsi

Segnali netti e chiari. Il Como per ora non ha voglia di pensare ai playoff, preferisce concentrarsi sull’obiettivo della salvezza. Lo ha detto ieri forte e chiaro Moreno Longo, l’allenatore degli azzurri. Che poi forse è anche un riflesso condizionato: a furia di sentire ipotesi catastrofiche, non gli va di cambiare spartito tutto ad un tratto. In fondo è come parlare del sesso degli angeli: cosa potrà fare questa squadra in futuro, nessuno lo sa. Ma in casa azzurra si sta bene attenti a non seguire il pifferaio magico che parla di nuovi obiettivi. Tanto più che c’è da affrontare una trasferta con il Benevento, che naviga più in basso.

Come affronta il Como questa partita?

Semplice. Con la consapevolezza di giocare contro una squadra che nelle previsioni estive era indicata come potenzialmente di prima fascia, che ha singoli elementi di livello importante, basta leggere i nomi, e dunque uno scontro diretto da affrontare con la massima attenzione.

Scontro diretto? Dunque siete concentrati sulla lotta salvezza...

Non può essere cambiato tutto in una settimana. Sino a sette giorni fa si metteva persino in dubbio se questa squadra potesse salvarsi. Adesso, pur comprendendo che sette punti in tre partite possono far cambiare prospettiva, dobbiamo essere concentrati sul primo obiettivo che è la salvezza. Poi si vedrà.

Eppure in giro, anche per un calcolo aritmetico della distanza dalla zona playout e dalla zona playoff, qualcuno comincia a sognare.

Non è una cosa che ci da fastidio, certo. Ma noi, in un campionato così equilibrato, dobbiamo essere molto attenti e concentrati sulla salvezza. Chi avrebbe detto, questa estate, che alcune neopromosse avrebbero lottato per la serie A? E chi avrebbe pensato di vedere altre squadre indicate come forti, lottare sul fondo? Poi, se fra tre partite parleremo di altrettanti successi, allora sarò il primo ad alzare le mani e dire ok, si può sognare. Ma adesso è presto.

La partita con il Modena è stata la partita migliore della sua gestione?

No! (risposta secca, che suona anche come rivendicazione su altre prestazioni non altrettanto valorizzate, ndr). In campo c’erano due squadre un po’ stanche, anche per via dell’impegno infrasettimanale, che nel secondo tempo erano un po’ in riserva. Abbiamo fatto anche meglio in passato. Per esempio? La partita con il Pisa forse è quella che mi è piaciuta di più.

Quando le è stato chiesto del 3-5-2 come novità, lei si è infastidito dicendo che... non era una novità. Ora il Como però pare avere due moduli, il 3-4-1-2, con cui avete giocato domenica, e il 3-5-2. Come mai?

Innanzitutto con il Modena non abbiamo giocato 3-4-1-2. Capisco che la posizione di Da Cunha, in qualche momento abbia potuto indurre in confusione, ma noi abbiamo giocato 3-5-2 perché il francese, spesso in fase di non possesso, si piazzava nei tre di centrocampo. In fase di attacco addirittura andava sulla fascia, in alcuni casi poteva essere un 3-4-3. Ma non è colpa vostra: oggi vi chiedono un modulo da scrivere sulla formazione, ma la realtà è che ormai le squadre, non solo il Como, attaccano con un modulo e difendono con un altro. A Ferrara e a Bolzano abbiamo giocato 4-4-2, ma cambiando nelle varie fasi di gara. Abbiamo più soluzioni e le usiamo a seconda delle situazioni.

Però il 3-5-2 è una recente novità.

Da un mesetto ci lavoriamo sopra. Poi dipende dall’interpretazione degli uomini. Se gioca Baselli o Da Riva o Arrigoni abbiamo diverse letture. Capisco che sia difficile condensare tutto nel riassunto di un modulo unico.

Gabrielloni e Cerri possono giocare insieme?

Per me sì. Sono giocatori intelligenti, sanno come posizionarsi. È una soluzione possibile.

Come stanno gli acciaccati?

Cutrone lo abbiamo recuperato, anche se va aspettato l’ultimo allenamento. Iovine e Baselli sono out.

Chajia è pronto per giocare dall’inizio?

Chajia sta sempre meglio, cerchiamo di gestire al meglio il suo recupero. In teoria potrebbe essere anche pronto per partire dal 1’, ma non ha i 90’ nelle gambe. Dall’inizio o a partita in corso, ma si potrà vedere sempre più spesso.

Davanti chi ci dobbiamo aspettare?

Io non scelgo in base ai nomi, ma in base a quello che possono darmi i giocatori in

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