Ricordatevi della maglia che portate

La partita Le tre sconfitte consecutive, la contestazione e l’incertezza tecnica: oggi è tutto da dimenticare. D’Angelo o altro allenatore che sarà, il Como ha l’obbligo di rialzarsi e lottare fino alla morte contro la Spal

Non è difficile ricordare partite cruciali, quelle in cui si sapeva o si poteva presumere che il risultato o l’andamento della gara avrebbero potuto costare la panchina a qualche allenatore, o viceversa salvargliela. In fondo, non c’è da andare neppure molto indietro: accadde a Jack Gattuso di essere nominato allenatore pro tempore, nemmeno due anni fa. Tutto andò bene, anzi benissimo. E la panchina rimase sua, con tutto quello che sappiamo.

Un’insolita cornice

È del tutto insolito, però, quello che invece sta accadendo oggi, come cornice alla partita del Como con la Spal. Che peraltro non è una partita senza valore, anzi. Le tre sconfitte consecutive, la contestazione, la situazione di classifica sempre più pesante, la capacità o meno della squadra di reagire al momento nero, e altro ancora, rendono quella di oggi pomeriggio una partita molto delicata.

E come insegna chi di calcio se ne intende, il risultato che si ottiene prima di una sosta è fondamentale, perché ci si ragiona più a lungo, ed è più in grado di condizionare lo stato d’animo, in un senso o nell’altro, di quando invece si deve tornare in campo subito.

Como-Spal, dunque, sarà una partita già a prescindere piuttosto unica nel suo genere. Così come anomalo è anche il fatto che in un certo senso si attendano anche altri risultati, e non per sapere se ci si salva o se si è promossi. Ma in questo caso per capire che strada prenderà l’allenatore che il Como ha confermato di aver scelto, Luca D’Angelo, il cui destino, però, è legato anche al risultato del Pisa, e alle decisioni che prenderà la società toscana nei suoi confronti.

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