«Sberle? No, grazie, ne abbiamo prese. Speriamo servano»

Basket A2 Sacchetti e la vigilia della sfida con Pistoia: «Mi aspetto una vera partita da playoff, nulla è scontato. Logan non è una sorpresa per me e per gli avversari»

«Sberle? Ne abbiamo già prese abbastanza…». Che significa? Che Meo Sacchetti, allenatore della S. Bernardo, si augura, spera, anzi sembra quasi convinto del fatto che gli esami di maturità, le prove in cui la sua squadra debba risorgere siano terminati. E servirà quindi fare tesoro di tutto, in queste semifinali contro Pistoia che partono domani con gara 1 a Desio.

Ogni singolo precedente

Tener presente ogni singolo precedente di una stagione che ha visto Cantù giocare bene per lunghi tratti, ma anche – di tanto in tanto – cadere rovinosamente. Come a Nardò in gara 3 dei quarti di finale. Un punto basso che Sacchetti non vorrebbe rivedere più.

Augurandosi che gara 4 a Lecce, che ha visto in campo una Cantù del tutto trasformata in sole 48 ore dopo il tracollo, abbia dato una piccola svolta a livello mentale: «Quello che è successo in gara 3 è una questione particolare. Ripenso ai tanti inizi negativi dopo l’intervallo, è successo spesso quest’anno: l’attivazione mentale è stato spesso un problema. È successa una cosa inaspettata, un canestro realizzato su venti tentativi non può succedere a una squadra come la nostra».

Ma la reazione, immediata, non è mancata: «Se le sberle servono a eliminare un problema, allora ben vengano. E spero proprio che queste sberle ci siano servite. Penso proprio che tutti abbiamo capito quello che occorre fare».

Domani cominciano le semifinali, contro Pistoia i precedenti stagionali sono in perfetta parità: «In casa loro è stata una partita combattuta e abbiamo vinto. È stata combattuta anche da noi e abbiamo perso. Mi aspetto una vera partita da playoff, in cui non c’è nulla di scontato».

Cantù, a differenza dei due incontri disputati contro i toscani ad aprile nell’ambito della seconda fase nel girone Giallo, presenta un Logan in più, mentre Pistoia è rimasta tale e quale: «Vero, ma Logan non è una sorpresa. Non lo è per me, non può esserlo per i nostri avversari. Si è inserito subito: è un giocatore di poche parole e molti fatti. Non ha paura di prendere responsabilità, crea e toglie pressione agli altri. Loro? Dovremo controllare i loro punti di forza, Copeland su tutti: ricordiamo bene le sue due partite. Ma non è il solo, anche Wheatle è temibile».

«Hunt? Decidono i dottori»

Sulle condizioni di Hunt, un aggiornamento: «Ha fatto qualcosa con la squadra, ma senza contatto, un cinque contro zero. Ovviamente decidono i dottori». Pretattica? Vedremo.

Piuttosto, sarà fondamentale recuperare - soprattutto a livello mentale - il play croato Rogic, rientrato nel roster in seguito all’infortunio di Hunt: «Non è in una situazione facile, ma ha capito che uno come Logan è importante per la squadra. Deve riacquistare un po’ di fiducia, soprattutto evitando di mettersi in situazioni di gioco difficili. Ma lui è in grado di tornare il giocatore prezioso che tutti conosciamo».

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