Stasera la Cremonese
Gattuso: «Resto? Boh»

Il Como affronta la Cremonese che si gioca la serie A negli ultimi 90’ del campionato. Vecchie rivalità, stadio pieno

Gattuso arriva in sala stampa dimenticando a casa la faccia dei giorni migliori. Quella serena, da eterno ragazzo perennemente contento che ha fatto innamorare i tifosi e pure le mamme. Tirato, leggermente sudato, non dispensa i soliti sorrisi rassicuranti. Oggi c’è un derby rovente al Sinigaglia. Il Como affronta la Cremonese che si gioca la serie A negli ultimi 90’ del campionato. Vecchie rivalità, stadio pieno e la voglia del Como di essere arbitro imparziale della corsa al vertice, magari regalando una gioia ai tifosi azzurri che, dal canto loro, sperano nello sgarro ai rivali (antichi) e che riempiranno il Sinigaglia, per una sera di nuovo bolgia.

Ci scuseranno, però, gli agonisti e i tecnici, quelli che guardano solo il campo verde, ma la notizia oggi è lui: Jack Gattuso. Che parla e si muove senza la gioia dei giorni migliori. Una impressione? Può darsi. Certo è che lui, sul futuro mette subito le mani avanti e non fa nemmeno finire la domanda: «Eh no, del futuro non parlo. Ci siederemo dopo la fine del campionato». Lo diceva anche un anno fa, ma sembra un’altra storia.

Le riposte ad altre due domande, sono una specie di autopromozione, di comprensibile orgoglio che per noi ossessionati, maligni e campioni del pensar male, suonano come una escusatio non petita: «Che campionato ha fatto il Como? Per me molto buono. La squadra ha fatto il massimo anche più del massimo. Abbiamo giocato ottime partite, abbiamo dato fastidio alle grandi e abbiamo avuto belle reazioni nei momenti di difficoltà. E ce ne sono stati tanti: abbiamo perso Cahija, a lungo Cerri e poi anche la difesa a volte ko in modo totale. Eppure abbiamo stretto i denti e abbiamo reagito. Certo, se uno arriva a metà classifica, se sente profumo di playoff, poi magari gli chiedono i playoff. Se li avessimo centrati forse qualcuno avrebbe preteso la Serie A. Sono contento della squadra e anche molto del sottoscritto». Gattuso tocca un punto decisivo: il suo impianto privato di Chajia per sei mesi e di Cerri per due mesi e mezzo, non poteva non pagarne le conseguenze. Chiede di tenerne conto. Dal suo punto di vista, giustamente.

A Reggio, comunque, il Como è tornato quello di inizio stagione, brillante, con il 4-4-2 capace di rovesciare il gioco in quattro e quattrotto: e lui attacca: «Avevo cambiato modulo perché eravamo in emergenza. E comunque anche con il 3-4-1-2 abbiamo fatto grandi partite, come con il Monza o a Parma. Dunque non siamo andati male. Piuttosto era normale che ci fosse un pizzico di calo di tensione a traguardo raggiunto. E’ umano. Ma alla squadra ho chiesto di riprendere la via, ed è successo. Domani? Abbiamo dato fastidio ad altre grandi in passato, Monza, Brescia, Lecce... Possiamo giocarcela. Le motivazioni sono diverse e se dovesse vedersi, non ci sarebbe da fare un dramma. Ma credo che la squadra abbia voglia di salutare i tifosi con una bella prestazione».

C’è un clima strano che attornia questa partita. Il pensiero che possa essere l’ultima di Gattuso sulla panchina del Como arriva come una folata in contropiede. Magari finirà sfumando. Wise e Ludi decideranno. Certo è una bella occasione per tutti: per il tecnico di chiudere il campionato in bellezza, per la squadra di salutare i tifosi. Sarà un bel sabato di passione, per salutare il ritorno in B del Como e soprattutto la sua salvezza. Certo, dopo aver visto piazzare le paratie divisorie a Como-Pergolettese, la scelta di mettere 300 tifosi di Cremona in tribuna in una serata del genere non pare il massimo. Ma speriamo sia solo un venerdì di festa.

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