Taldo: «Como, non meriti di essere sul fondo»

Il doppio ex: un anno sul Lario (salto in A) e due a Modena. Domenica era allo stadio

Carlo Taldo oggi è direttore sportivo della Primavera del Genoa. E’ il doppio ex della sfida Como-Modena: un anno in azzurro (ma che anno: promozione in serie A in coppia gol con Lulù Oliveira), e due anni a Modena (anzi, due volte sei mesi, prima di andare a gennaio sempre a Catania). Domenica scorsa era in tribuna allo stadio Sinigaglia ad assistere a Como-Perugia, come sempre salutato con affetto dai tifosi del Como. Con la scusa di parlare del passato, un modo per parlare del presente.

Buongiorno Carlo. Tutto bene?

Sì grazie. Lavoro al Genoa, sono rimasto dopo il cambio di proprietà, e mi piace molto. Il calcio è la mia vita e stare assieme ai ragazzi giovani è sempre bello e appassionante.

Sabato c’è Modena-Como.

Urca. Beh, quanti ricordi. Mamma mia.

Da dove partiamo?

Da Como, 2001-2002. Promozione in serie A. Fantastico, una stagione pazzesca.

E a Como-Modena fece gol proprio Taldo.

Sì, un tiro di Lulù, respinto da Ballotta e io pronto per il tap-in. Un gol molto importante.

Perché?

Perché la sfida era molto sentita, mi ricordo che lo stadio era pienissimo. Ed era già un momento importante del campionato, all’inizio del girone di ritorno, contro una diretta concorrente per la promozione. Una delle prime svolte, o comunque un successo che fece immaginare davvero cosa avrebbe potuto succedere.

Non la partita dell’inchino, però.

No, quella fu poche domeniche prima. Sempre al Sinigaglia. Non mi sbloccavo, la gente un po’ brontolava. Segnai al Genoa e feci tutto il campo per andare sotto la curva a fare l’inchino. Il ringraziamento perché Como mi aveva aspettato.

L’anno dopo a Modena.

Solo l’andata. La sfida tra Modena e Como finì 1-1.

E l’anno successivo ancora solo l’andata in gialloblù.

Sì, fu curioso mi ricordo che con me c’erano da Como Corrent, Allegretti, Music, Milanetto, Vignaroli, Amoruso, Ungari... C’era una colonia di Como in gialloblù.

Rivalità forte.

Sì sì, mi ricordo bene. C’era stata un anno prima la vicenda Ferrigno. Si respirava ancora molta tensione. Oggi credo sia un po’ diverso. Anche se la rivalità immagino ci sia ancora.

Domenica hai visto il Como. Che ne dice?

A me è piaciuto. Lo avevo visto in tv contro il Cosenza, mentre con il Perugia è la prima volta che lo vedevo dal vero. Mi pare una squadra ben piantata per terra, non ha rischiato nulla. Anche a Cosenza non era stata male, ma poi nel momento della reazione si era un po’ persa. Capita quando arrivi da prestazioni un po’ così. Alla prima folata di vento contro rischi di piantarti. Ma con il Perugia ho visto una squadra massiccia.

Secondo te rischia qualcosa?

Secondo me no. Nel senso che mi sembra una squadra con un buon potenziale, che deve solo tirarlo fuori. Detto questo, la B quest’anno è dura, faccio fatica a trovare quattro squadre che arriveranno ultime. Ma, ripeto, il Como c’è.

Fabregas le è piaciuto?

Sì. Non mi sembra in difficoltà, e poi vedo che spazia in mezzo, che è un centrocampo dove si interscambiano le posizioni, e questo può essere una bella carta da giocare.

Cerri assomiglia a Taldo?

Lui è più forte fisicamente. Ma in un certo modo di giocare, di far salire la squadra, ci può essere qualche similitudine.

Che si dice della società Como?

Che è una società ricca e composta da gente seria. Del resto Ludi è una persona seria e dunque tutto torna.

Che effetto le ha fatto tornare al Sinigaglia?

Mi piace venire a Como, perché la gente mi saluta sempre bene. Peccato solo lo stadio. Quando giocavamo noi non c’erano settori chiusi. Quei distinti deserti fanno un brutto effetto. Speriamo che li mettano a posto.

E sabato come finisce?

Il Modena è un’ottima squadra, più di quanto dica la classifica. Gli ultimi due successi sono in linea con le potenzialità. Dunque sarà una partita difficile. Ma il Como è in ripresa e credo che sarà destinato a togliersi da quella scomoda posizione di classifica.

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