Vai Cutr... one. Il Como ha il numero uno in attacco

Una doppietta alla Spal e la voglia di spaccare il mondo: tutti sulle spalle del nuovo arrivato

«E con il numero 63 ha segnato: Patrick... CUTRONE; Patrick... CUTRONE... Pa-tri-ck... CU-TRO-NE». La corsa sotto la curva, attesa, studiata e non d’impeto, quell’arrampicarsi sull’inferriata a gridare chissaché, la prima doppietta nel Como: chissà cosa avremmo scritto e detto di Patrick Cutrone, enfant du pays, figliol prodigo azzurro, nei giorni successivi, fosse andato tutto liscio. Ma poi... poi era arrivato il pari della Spal al 94’, la classifica spietata, il cambio di allenatore.

E quella prima doppietta di Cutrone in azzurro era stata dimenticata in fretta. Adesso, però, che siamo alla vigilia di un lunedì della ripartenza, verso la prima volta del Como di Longo, con la voglia di spaccare il mondo; e dopo che lui, con un gol delizioso anche nel test con il Fleetwood ci ha ricordato chi è, ecco che Cutrone deve tornare l’uomo copertina.

La scommessa di giocare nella sua città, dopo il dolore per la perdita del padre, ma anche dopo una proposta di matrimonio social lo scorso agosto alla sua Greta, sempre qui in riva al lago. Una nuova scommessa. Soprattutto la sensazione di avere tanta qualità in squadra: Fabregas, Chajia, Mancuso, Baselli, Cerri. E lui. Di nuovo la sensazione, come ai tempi di Borgonovo e di Oliveira, che con il pallone tra i piedi, in area, ci sia uno (lui, Patrick Cutrone da Colverde) che possa sempre inventare qualcosa.

Borgonovo aveva la capacità di girarsi su una mattonella; Oliveira di volare come un falco graffiando con gli artigli; lui, Patrick, di mordere il terreno come un cingolato, bruciare l’erba avventandosi su ogni pallone. Un attaccante d’impeto, di foga, lo definiscono in tribuna gli addetti ai lavori. Ma con tanta qualità. A noi ricorda Massaro, come approccio. Cutrone ha messo la freccia: da terzo attaccante (magari solo per l’ordine di apparizione) si sta proponendo come primo diamante d’area. Lui che porta il 63 per onorare il padre Pasquale, che ha un tatuaggio dedicato alla famiglia, che nei corridoi di casa calciava i rigori ai nonni improvvisati portieri, che su Instagram ha postato la foto di una sua esultanza nella Parediense.

Lui che è tornato a Como per rinascere nella sua terra, con quella doppietta ricca di qualità (il primo gol un colpo da biliardo che profumava di serie A) forse ha scritto la prima pagina di un Best Seller tutto da leggere.

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