Facchin, il portiere eroe
fa un altro passo indietro

Diciannove partite e mezza, da Monza a Monza, e adesso il rientro nei ranghi: in porta nel Como torna titolare Gori. Ventitré i gol subiti, ma cinque sono arrivati nella catastrofica gara di Benevento. A fine anno smetterà davvero?

Diciannove partite e mezza. Quella mezza gara a Monza in cui Davide Facchin si trovò da un istante all’altro catapultato in campo, a difendere una porta che forse nemmeno si aspettava di dover difendere più.

E invece l’avventura imprevista è durata tanto, gli avversari se li è visti davanti tutti. E per tanti di loro non è stato un incontro facile. Sino all’altro ieri, quando a fine gara tutti i suoi compagni gli si sono fatti intorno a festeggiarlo.

L’ultima occasione

Perché il derby di domenica è stata la sua ultima occasione, la sua partita finale. Per quest’anno, ma forse per sempre. Una scelta personale, compiuta insieme a mister Gattuso e alla società. Una scelta possibile anche perché Stefano Gori ora sta bene, e tornerà al suo posto in questo finale di stagione. Come era previsto che fosse, del resto.

E sarebbe anche ingiusto fare confronti tra i due portieri, che avevano cominciato la stagione con ruoli ben precisi. Facchin sapeva di partire un passo indietro, anzi aveva accettato volentieri questa collocazione, lo ha sempre ricordato lui stesso. Così come si era ripromesso di lavorare con lo stesso impegno, come se in campo dovesse andarci regolarmente.

I fatti hanno dimostrato che effettivamente è stato così. Facchin ha giocato questa grande fetta di serie B non solo con grande professionalità, ma con capacità di cui lui stesso si è rivelato anche un po’ sorpreso. Parco di parole, generoso nei fatti. Il suo è stato un crescendo di prestazioni positive che lo hanno reso ancora più protagonista dell’anno scorso.

La sua stagione era cominciata proprio a Monza, dove era stato battuto da un gol impossibile da parare, nel finale della partita, Non propriamente un avvio fortunato. Ma la storia non doveva essere quella, e da lì in poi, una dietro l’altra, il portiere ha inanellato una serie di prove strepitose.

Ventitré gol subìti in diciannove gare, ma cinque sono arrivati tutti insieme nell’unica giornata catastrofica per tutti, a Benevento. Le mani di Facchin ci sono state in tanti risultati, lui è sempre uscito tra i migliori. L’ennesima prova eccellente nell’ultima trasferta, a Perugia.

E domenica è uscito di scena senza prendere gol dall’attacco più forte del campionato e conquistando un risultato brillantissimo: per la prima volta in questa stagione il Como per due gare consecutive ha tenuto inviolata la sua porta.

Mai profezia fu più vera

Nel video girato dai giocatori del Como per Natale con largo anticipo, i compagni spiritosamente dicevano a Facchin che era troppo presto per appendere i guantoni al chiodo. Mai profezia fu più vera.

E per lui, che forse non era del tutto certo di essere ancora all’altezza della serie B, si è riaperta una storia nuova, fatta anche di grandi emozioni, come quando raccontò della felicità di aver giocato contro il suo idolo Buffon. Sensazioni che forse pensava di non provare più.

Adesso la sua idea sembra essere quella di proseguire la sua vita nel calcio un po’ più ai margini del campo, forse nel Como con un ruolo diverso, cosa che già pensava all’inizio di questa stagione. Ma a un portiere che ancora deve compiere 35 anni, in uno stato di forma così, chissà che la vita non regali qualche altra sorpresa. Questa se l’è davvero meritata tutta.

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