Cantù con le dita incrociate
«Ora aspettiamo le firme»

La trattativa per la cessione della società. Da Corrado ad Allievi: «Meglio stare zitti». Bosa: «Sarebbe un bel colpo»

Clima di attesa febbrile a Cantù. Perché finché non si vede il famoso “nero su bianco”, nessuno si sbilancia. I canturini ne hanno viste troppe in questi anni e, soprattutto, in questi giorni di trattative. Ora la situazione sembra quasi del tutto delineata, ma finché non si vedono strette di mano, comunicazioni ufficiali c’è molta prudenza. Anche sui social, dove si scrive di getto, qualcuno invita prudentemente alla calma.

Prudente l’ex presidente, prudente l’ex storico dirigente, prudente l’ex giocatore. Leggere per credere. Parte Alessandro Corrado: «In questo momento preferisco non commentare una vicenda che ancora non si è conclusa. Sono successe tante cose in questi giorni, meglio rimandare il giudizio quando tutto sarà concluso. Diciamo che il mio è un “no comment” scaramantico…».

Anche Roberto Allievi non si sbilancia: «Ora la cosa migliore da fare è non rilasciare dichiarazioni. Siamo in una fase delicata della trattativa, lasciamo che tutto si concluda».

Anche Beppe Bosa non entra nel merito ma si lancia in un auspicio: «La mia speranza, e penso di poter parlare anche a nome di tanti ex compagni di squadra, è che la Pallacanestro Cantù possa proseguire la sua storia. Se questa cessione avverrà, mi auguro che i nuovi investitori sappiano dare continuità tenendo i conti a posto perché, da quel che leggo, con la gestione Gerasimenko non si poteva più andare avanti. Cantù salva è un “canestro” per tutto il movimento cestistico italiano».

La città si interroga, attende e spera. Ma c’è un mondo virtuale, una piazza internettara che pulsa. E, come fosse una liberazione, la rete ha intercettato tanti messaggi di giubilo sul tema «Era ora!». C’è chi, sulla pagina Tifosi Canturini su Facebook propone già qualcosa che ricordi questa trattativa: «un monumento oppure almeno un ricordo, in Piazza delle Stelle, a tutti quelli che si sono sbattuti in questo periodo difficile per salvare la Pallacanestro Cantù. Da chi magari ha lavorato gratis, al Tic, Acqua San Bernardo, ai ragazzi degli Eagles, eccetera…Grazie a tutti!!». Molto ottimismo, quindi, in gran parte dei messaggi: «Sono euforico!», «Fuori dalle p… subito, rivogliamo la nostra Pallacanestro Cantù», «Non mi sembra vero… finalmente», «Aria fresca!», «Finalmente ce ne siamo liberati».

Ma, a ragion veduta, non mancano i “pompieri”: «Un notaio subito prima che cambi idea il pazzo», «Finché non vedo non credo», «Incrociamo le dita».

Ci sta tutto, in questo fine settimana che potrebbe cambiare la storia della Pallacanestro Cantù.

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