Cantù, i tanti buoni motivi
perché Radic possa far bene

Il croato, neo arrivo, sta già lavorando con la squadra

Stavolta è andato all’usato sicuro. Visto il momento e per non ripetere l’esperienza/scommessa con Kavell Bigby-Williams, che era uno da recuperare fisicamente e aspettare. Ivica Radic, neo centro croato dell’Acqua S. Bernardo, invece, è l’esatto contrario.

E il general manager Daniele Della Fiori, dopo aver passato ore a visionare giocatori comunitari, cominciando a scandagliare il campionato di A2 di oggi e del recente passato, ha scelto anche stavolta con cognizione di causa. Di tempo ce n’è molto meno da qui alla fine rispetto all’operazione B-W e quindi meglio affidarsi a qualcuno di pronta resa.

Come in realtà Radic lo è. E per una serie di motivi, che sono anche alla base della scelta fatta da Cantù. Per prima cosa si tratta di un giocatore che è già passato dall’Italia (poca A1 a Venezia, molta più A2 in giro) e quindi non ha bisogno di ambientamento e di dritte particolari per capire le curve.

Poi è giocatore esperto, che arriva conscio del proprio ruolo e che quindi saprà prendersi i minuti che serviranno in questo finale di stagione. Di conseguenza, può completarsi alla perfezione con gli spazi insieme e in sostituzione di Jordan Bayehe, che ha risalito tutte le gerarchie interne e che quindi ora ha bisogno solo di un’ulteriore spinta per la consacrazione (e quella di Bayehe, val la pena ricordarlo, è una delle prime operazioni volute da Daniele Della Fiori).

Radic, poi, ha un ulteriore grande vantaggio. In pratica in Polonia ha finito di giocare l’altro giorno e quindi arriva già bello pronto, quasi a Cantù fossero i playoff della sua stagione. Per ultimo, ma non ultimo, arriva da una scuola importante, di gente di basket, tosta e abituata al lavoro e al successo.

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