Cantù, il racconto
della retrocessione

Dal mercato dei ritorni al cambio di allenatore: una stagione finita male per la squadra brianzola

Le premesse erano ben altre. Che potesse essere una stagione dura, l’avevano previsto in tanti, per primo il presidente Roberto Allievi. Ma l’idea era di unire le consuete “scommesse”, ossia i rookie americani – azzeccati in pieno la scorsa stagione, vedy Hayes o Burnell – a un usato sicuro, come Leunen e Smith.

Cavalli di ritorno che, nelle aspettative, avrebbero dovuto aiutare Cantù a crescere. E a far sbocciare il talento di Procida, unito a quello di Pecchia. Coach Pancotto sembrava aver sposato in pieno questa linea. A furia di disfare e rimontare, qualcosa può non tornare. E così è andata, specie con i lunghi.

Archiviata la Supercoppa che ha sostituito il precampionato, Cantù ha dato segnali di vitalità, almeno nelle primissime battute: ko in casa Virtus all’esordio – e ci sta – poi due successi consecutivi contro Pesaro e in trasferta a Varese.

In quel momento, è partito l’incubo. Sei sconfitte consecutive, contraddistinte dal primo passaggio del Covid a fine ottobre dalle parti di Cantù: ko contro Venezia e Milano, prima della trasferta a Treviso, che ha sconvolto tutti i piani.

Cantù ha fatto i conti con un gruppo squadra colpito pesantemente, le partite si sono accavallate alla rinfusa, con una squadra che ha avuto molti problemi: Smith positivo per un mese, Pecchia uscito debilitato dalla positività. In rapida successione sono arrivate le sconfitte contro Treviso, Brindisi, Cremona e quella di 1 a Trento.

Arriva un lungo, l’inglese Bigby-Williams. Una scommessa persa. I lunghi restano tutti, con l’esclusione dai dodici di uno. Una volta tocca a Thomas, un’altra a Kennedy. Boccata d’ossigeno contro Trieste, beffa (-3) contro Brescia a Desio, vittoria scacciacrisi a Reggio Emilia a Santo Stefano. Il peggio sembra alle spalle.

Invece, sarà un gennaio da incubo. Bologna e Sassari passeggiano, la società corre ai ripari: torna Gaines, via Woodard. La figuraccia a Pesaro (107-83) costa la panchina a Pancotto.

Cantù vira su Bucchi. La cura sembra dare effetti, ma il Covid si riaffaccia con una nuova ondata che stende, in primis, coach Bucchi. Cantù gioca senza tecnici a Milano, mette Visciglia contro Brindisi, Bucchi rientra in condizioni precarie contro Trento (-1). Ma il danno, per Bucchi, ormai è fatto: «Non siamo più quelli del precovid». Intanto, altro arrivo: Radic, per dare sostanza ai lunghi, il reparto sotto accusa da settembre. Ma la sostanza non cambia.

I ko interni (sempre di 1) in rapida successione contro Trento e Reggio, i finali gestiti in maniera imbarazzante, da due chance-salvezza diventano due sentenze. A Bologna, sponda Fortitudo, domenica è arrivata la sciabolata definitiva sulle speranze canturine.

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