Cantù, non c’è soltanto Procida
«Grazie al Pgc che ci dà una mano»

Ritrovata unità d’intenti tra serie A e vivaio. Il gm Della Fiori: «Rapporto ottimo, una fortuna per tutti»

È ri-sbocciato un amore. Definitivo. Finalmente. Pallacanestro Cantù e Progetto Giovani Cantù, pur mantenendo la totale autonomia societaria, sono tornati a essere una cosa sola. Lo testimonia, ad esempio, il pensiero di Daniele Della Fiori, general manager del club di seria A. «Sono rientrato dopo tre stagioni - spiega - e la situazione è migliorata. La realtà del Pgc è cresciuta a livello di sponsor e soci e strutturata con bravissimi professionisti in ogni settore, da quello tecnico all’organizzazione».

C’è un episodio che, forse, meglio di tutti testimonia il rafforzato rapporto tra prima squadra e settore giovanile. Lo svela lo stesso gm. «Quando si è trattato di sacrificare un giocatore delle nostre rotazioni, e il riferimento è a Rodriguez - dice Della Fiori -, l’intesa si è trovata a pranzo attorno a un tavolo e sono bastati cinque minuti cinque. Segno questo di un’ottima intesa e di un’identità di vedute totale».

Gabriele Procida, ovviamente, è la punta dell’iceberg. Tesserato per il Pgc, il talento di Lipomo è aggregato fisso alla serie A dall’estate scorsa. Ma - chi più, chi meno - in tanti del gruppo Under 18 di Mattia Costacurta sono andati - e continuano a farlo - ad allenarsi agli ordini di Cesare Pancotto. Tommaso Lanzi, ad esempio, che adesso è fisso in settimana e la domenica per le partite. E poi Bodgan Mirkovski, Jona Di Giuliomaria, Flavio Quarta, Pietro Nasini, Lorenzo Ziviani, Dejan Bresoli e Giovanni Marazzi, giusto per fare i nomi dei più impiegati.

«Fila tutto liscio - prosegue Della Fiori -. Dal punto di vista tecnico i rapporti sono quotidiani tra Sergio Borghi, il loro responsabile tecnico, e i nostri assistenti Marco Gandini e Antonio Visciglia: insieme si pianifica quel che serve e so bene quanto non sia facile soprattutto per il Pgc, che - nell’opera di supporto a noi -a volte deve sacrificare il lavoro della serie C. Io, invece, mi rapporto con Antonio e Thomas Munafò, oltreché con Guido Nava, e tutto va per il verso giusto».

Fattore, questo, non scontato. Lo conferma lo stesso Della Fiori. «Assolutamente no - spiega -. So di realtà nelle quali i contatti sono freddi se non addirittura inesistenti. Qui invece si respira tutta un’altra aria. Con un Pgc di questa portata, anche tecnica, noi della serie A non possiamo che metterci a disposizione. Un aiuto, insomma, reciproco, perché possiamo diventare pure una vetrina per le loro eccellenze».

La scelta di quest’anno, in totale controtendenza con quella di Dmitry Gerasimenko, presuppone, infatti, la valorizzazione del lavoro da sotto, cioè dal vivaio. «E non ci riesce particolarmente difficile - spiega il gm - . È da anni infatti che il Pgc sta producendo talenti. Procida a parte, qualcuno è in A2 e qualcun altro in B. La struttura messa in piedi da Antonio Munafò sta funzionando e sono tanti i giovani in crescita. La bontà del vivaio, infatti, si può notare dalle tante finali nazionali conquistate e dalle convocazione nelle varie Nazionali di categoria».

Per un lavoro che non si ferma solo al territorio. «Infatti - la chiusura di Della Fiori -. L’opera, non di poco conto, di reclutamento, unita all’eccellenza della foresteria, garantisce l’innalzamento della qualità anche nel lavoro sui prodotti locali, che garantiscono lo zoccolo duro e il serbatoio dell’attività del Pgc. E, a proposito di serbatoio, anche noi in serie A, nel breve termine, potremo godere di un’opera così capillare e intensa. Gli stessi ragazzi che passano da noi, poi, hanno un’opportunità importante, ovvero quella di cominciare a misurarsi con il mondo dei grandi e dei professionisti. Una di quelle esperienze che, sicuramente, forgia e forma e che potrà servire in futuro»

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