Cantù, Pancotto non cerca scuse
«Sappiamo tutti che è difficile»

Arriva Trento e il tecnico: «Siamo come un viaggiatore nel bel mezzo del deserto»

«Che fa il viaggiatore che va nel deserto? Si prepara prima, sa cosa dovrà affrontare. Poi il deserto gli dà delle risposte, lo mette di fronte a nuove sfide. E il viaggiatore cerca quindi di superarle per arrivare alla fine del suo viaggio. Ecco, noi siamo in mezzo al deserto in questo momento».

L’immagine rende bene l’idea del momento e della situazione. E, ancora una volta, la fornisce un tecnico di lungo corso come coach Cesare Pancotto, alla vigilia della sfida che vedrà Cantù opposta a Trento. Non si aspettava nulla di più e nulla di meno in questo primo mese di gioco, sapeva benissimo che la stagione sarebbe stata complicata. Niente scuse – non le accampa mai come sua abitudine – e tanto lavoro. Di ricette magiche, del resto non ne esistono.

Serve tempo a questa giovane Cantù, quello sì. «Prima di tutto dobbiamo conquistarci la salvezza – ha detto il coach marchigiano - e per riuscire a raggiungere questo obiettivo dovremo lottare ogni singola gara. Che il campionato sarebbe stato difficile lo sapevamo fin dall’inizio, ora ne siamo ancor più consapevoli. Per affrontarlo, però, dobbiamo giocare con grande durezza mentale: è necessario fare uno step importante in avanti, di livello, cambiando ritmo e acquistando più durezza fisica durante la partita, oltre che mentale».

È necessario, per Pancotto, rifarsi all’abc: «La squadra in questo momento necessita di una crescita, che deve essere supportata dalla capacità di reagire alla prima spallata degli avversari. Per riuscirci occorre avere concentrazione e continuità, gli effetti speciali non servono a nulla. Sono sicuro che, alla lunga, tutto questo ci porterà sicuramente a commettere meno errori».

Sull’impegno, la voglia e la determinazione della squadra non ha alcun dubbio: «In ogni allenamento scopriamo miglioramenti. Però sono chiaro: siamo in un momento in cui le difficoltà sono superiori alla nostra volontà. Che è grande, perché io vedo desiderio di emergere da parte di tutti».

Tornando poi su Trento, il coach si concentra sugli obiettivi: «In difesa dovremo abbassare le percentuali al tiro di Trento e anche in assoluto il loro numero di tiri, specialmente all’interno dell’area. In attacco dovremo riuscire ad aumentare le nostre percentuali, selezionando le nostre scelte: dobbiamo diminuire i palleggi e fare tre passi in avanti verso il canestro».

Sugli avversari, pochi dubbi: «Non temo nessun giocatore in particolare, ma io e la mia squadra abbiamo grande rispetto per ognuno di loro. Brienza? È un tecnico in rampa di lancio che ha fatto buone cose a Cantù: la chiamata di Trento avvalora l’ottimo percorso che ha svolto nel corso della passata stagione».

Ovvio che, con una partita in casa tanti si aspettino una prima gioia interna: «Il pubblico non ci ha mai fatto mancare la spinta e in questo Cantù sa essere davvero una piazza unica, perché è in grado di individuare i momenti più delicati, così da stare vicino alla squadra nel momento di difficoltà. Perdere di trenta punti non fa piacere a nessuno, i tifosi l’hanno capito e questa settimana ci hanno trasmesso ancor più calore. Adesso, però, tocca a noi: dobbiamo restituire questo entusiasmo, giocando una partita importante».n 

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