Cantù ritrova Severini
«Caviglia quasi ok»

«Non sono al 100% perché ho recuperato in pieno dall’infortunio, ma devo trovare la condizione e senza partite e non è stato semplice»

Trapani è lontana, ma non ancora un ricordo. In Sicilia, la stagione di Giovanni Severini ha preso una piega che nemmeno lui avrebbe immaginato.

La caviglia dell’esterno della S.Bernardo Cinelandia Park Cantù si è piegata: una distorsione – fortissima – senza rotture o interessamento dei legamenti.

Solo ora, dopo tre settimane inaspettate e impreviste di stop al campionato, Severini può rispondere “presente”, per la trasferta di Treviglio. Perché i 4 minuti giocati contro l’Urania Milano, più che altro, sono serviti a fargli riassaporare il campo. Ora, è tutto diverso.

«Effettivamente, ora sto molto meglio. Non sono al 100% perché ho recuperato in pieno dall’infortunio, ma devo trovare la condizione e senza partite non questo periodo non è stato semplice. Ogni ripresa richiede dei tempi più o meno lunghi, ma ormai mi alleno da due settimane con il resto della squadra e dopo l’Urania ho avuto altro tempo per migliorare. Sono contento della mia caviglia. Non resta che mettermi alla prova».

Due mesi, in pratica, senza poter giocare, dopo un infortunio che i primi esami strumentali sembravano ricondurre a una distorsione più o meno gestibile. Invece, i tempi si sono allungati. Star fuori, non dev’essere stato semplice: «Ogni giocatore vorrebbe stare in campo, dare un contributo o aiutare i compagni nelle difficoltà. Non è stato affatto facile e quindi sono doppiamente felice di essere rientrato. E ora spero di farlo con continuità».

Si ricomincia da Treviglio, ultima delle “big” che la S.Bernardo deve affrontare e ultima sfida del girone di andata. Quanto conti per Severini la sfida è presto detto: «C’è in ballo ancora il primo posto e ci teniamo. Sarà un test contro una squadra che punta in alto ed è una delle poche che ci ha battuto quest’anno, seppur in Supercoppa. Il primo posto poi è sarà importante anche per l’abbinamento di Coppa Italia, anche non facciamo calcoli particolari. Siamo primi, vogliamo semplicemente continuare a esserlo».

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