Cantù trasloca a Desio
«Un campanello d’allarme»

Marzorati: «La politica non è stata alla velocità necessaria. Adesso si deve evitare che sai un passo definitivo»

La Cantù del basket un po’ sotto choc per il trasloco a Desio nel prossimo campionato. Dice Marzorati: «Cambiare palazzetto in attesa di realizzarne uno nuovo a Cucciago, può andare. Ancora una volta – commenta – gli amministratori non sono stati in grado di mettere in condizioni un imprenditore di fare ciò che si era ipotizzato nella famosa conferenza stampa dello scorso anno. Spero che Desio sia una soluzione temporanea. Vedo però il trasferimento come un campanello d’allarme: se non ci muoviamo a dimostrare che l’intervento può essere fatto qui, sfido a spiegare a un uomo che arriva da 5mila chilometri di distanza il problema di spostare la sua squadra di venti chilometri, soprattutto se a Desio lo accolgono con i guanti bianchi». Riva: «Una soluzione temporanea come quella di Desio può essere accettata. Questo, purché rimanga temporanea e non diventi, invece, definitiva». Bosa possibilista: «Sacrificio necessario, purché si arrivi a costruire un palazzetto degno della squadra di Cantù. Se vale la pena di fare lo sforzo di andare a Desio un anno, facciamolo. L’importante è avere una struttura all’altezza della nostra storia e della nostra società».

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