Cantù va in... Buca
«Noi squadra tosta»

«A Torino abbiamo sopportato anche contatti oltre l’agonismo. Non ci siamo persi d’animo nell’overtime, dopo le uscite per cinque falli»

Torino-Cantù: Lorenzo Bucarelli segna il canestro del pareggio (83-83), torna in difesa e recupera palla. Vola in attacco e serve a Nikolic, a una manciata di secondi dalla sirena, la palla della vittoria. Trenta secondi che bastano a inquadrare la grande partita dell’ala-guardia toscana della S.Bernardo-Cinelandia Park Cantù, come confermano del resto anche i numeri finali.

Lorenzo, che numeri: 15 punti, 6 rimbalzi, 5 palloni recuperati, 5/5 ai liberi, 28 di valutazione. Commenti?

Sono felice e ne avevo bisogno. A livello statistico sono apparso, ma tutta la squadra ha sicuramente disputato una grande partita di sacrificio.

Ti nascondi?

No, però per il ruolo che ho, potendo giocare tanti palloni, è normale avere numeri alti. Ma questo non toglie e aggiunge nulla, la prestazione va giudicata in generale. E sì, i numeri personali e di squadra sono numeri solidi e ne siamo soddisfatti.

A te è toccato dare a Nikolic la palla del successo. Senza Johnson, cosa cambia per Cantù?

Siamo tutti molto più coinvolti e responsabilizzati. Non che prima non lo fossimo, ma con un fuoriclasse come Robert, ovviamente certi palloni scottanti erano affidati a lui.

Quindi, ora ci saranno “nuovi” Johnson?

In questa squadra, tutti sono importanti e tutti in carriera hanno avuto responsabilità. Nessuno si tira indietro di fronte a queste responsabilità e tutti siamo in grado di prendercele. Ora a Cantù siamo animati da uno spirito di condivisione, che è necessario per raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati.

Hai vissuto nei mesi scorsi un periodo non felicissimo, ora pensi di essere tornato al meglio?

Un giocatore non può essere considerato scarso o forte per una partita magari nata storta: ci vuole equilibrio e precisione per giudicare un giocatore. Ognuno, me compreso, ha conoscenza dei propri mezzi, ma deve anche avere dimostrare sicurezza se le cose non vanno per il meglio.

Quanto pesa la vittoria a Torino?

Tanto perché nel momento difficile abbiamo lottato, non ci siamo tirati indietro. Nel secondo tempo abbiamo subìto pochissimi punti. Abbiamo retto bene, nonostante le difficoltà.

Qual è stata la chiave?

La difesa. E abbiamo sopportato anche contatti oltre l’agonismo. Non ci siamo persi d’animo nell’overtime, dopo le uscite per cinque falli, questo è stato un fattore decisivo.

Vi siete ripresi dopo solo una settimana il primo posto in classifica. Quanto conta per voi giocatori?

Il primo posto è importante, ma conta davvero solo se alla fine vieni promosso. È una tappa importante ma non è l’obiettivo primario. L’anno scorso all’Eurobasket Roma eliminammo ai playoff Forlì, che arrivò prima in campionato… Diciamo che vincere la regular season aiuta nei playoff per il fattore campo, ma non sarebbe un dramma anche arrivare secondi.

A proposito di classifica, ci sono cinque squadre in due punti. Che idea ti sei fatto sulle “competitor” di Cantù?

Il livello in testa è molto alto, ma dopo il ko di Udine a Biella ho rivalutato molto il nostro successo in Piemonte prima di Natale: noi abbiamo vinto di 1, Udine ha perso di 1. Questo dimostra quanto siano tutte importanti e difficili le partite della serie A2.

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