Capitan Wise
«Fatti non parole»

«Non amo parlare, anche perché in Inghilterra nel mio ruolo nessuno lo fa. Lavoriamo in silenzio per il bene del Como»

È passato più di un anno da quando Dennis Wise ha preso in mano le redini del Como. Prima affiancando Michael Gandler, poi sostituendolo dallo scorso febbraio nel ruolo di Ceo. Quelle di ieri sono le prime parole che ha pronunciato a un giornale dall’inizio della sua avventura.Fatene buona cura, perché difficilmente ne seguiranno altre a breve. Dai e dai, l’ex capitano del Chelsea si è lasciato andare in una assolata mattina al campo di Cislago, dove si era recato per assistere all’allenamento del Como.

Lo ha fatto alla sua maniera, senza un perché, senza un timing: solo perché c’erano le condizioni giuste, era il momento buono. Maglietta bianca, pantaloni blu, sorridente e gentile come quando nel passato aveva respinto ogni tentativo di intervista («No needs»), stavolta si è fermato vicino alla portiera dell’automobile del teamate Ludi. Con la faccia di chi non capisce (sul serio) per quale razza di motivo ci fosse tutta questa curiosità nei suoi confronti: «Non amo parlare, anche perché in Inghilterra nel mio ruolo nessuno lo fa. I giornalisti si concentrano su allenatori e calciatori. Io, in realtà ho poco da dire -pronunciato sempre con un sorriso guascone -: non sono in Italia per raccontare frottole, convincere qualcuno, farmi pubblicità o stare al centro dell’attenzione. Sono qui per lavorare in silenzio, per il bene del Como, in questa avventura che sicuramente mi eccita. Ma la filosofia, mia e della società, è parlare poco e fare tanto. Sono i fatti che devono convincere le persone della bontà dei nostri progetti, non le parole».

Gli facciano notare che è un ragionamento perfettamente in linea con il carattere dei comaschi, e lui sorride compiaciuto.

Ok, ma dopo la promozione in B, che obiettivo si pone la società? «Sappiamo bene dove vogliamo arrivare, ma con calma. Abbiamo una visione, un progetto. Ma dobbiamo fare un passo alla volta. Abbiamo tanti progetti sul tavolo, c’è quello della squadra, quello del centro sportivo, quello dello stadio... Non ci si annoia».

Ma in futuro Wise sarà più presente a Como? «Senza le restrizioni per la pandemia, sicuramente mi vedrete più spesso. Non c’è però necessità che io mi stabilizzi qui. Il mio amico e compagno di avventura Ludi basta e avanza. E poi con le nuove tecnologie si può avere contatti continui. Avete idea di quante volte ci sentiamo durante il giorno? Provate a dire un numero? Di più...».

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