Carobbio: «Sospeso Wimbledon
Dura pensare al Città di Como»

Grande incertezza per l’Atp Challenger di fine agosto, ma dietro le quinte si lavora. Il dt del Tennis Como: «Dobbiamo solo aspettare. Certo, sarebbe un rilancio per il turismo».

Atp Challenger “Città di Como”, si lavora per la quindicesima edizione, ma in un clima di grande incertezza. Il torneo di tennis più importante del territorio, uno dei grandi eventi a carattere internazionale della città, al momento, è a forte rischio annullamento.

Come gli altri sport, anche il tennis non è stato costretto allo stop forzato. Tutti i tornei dell’Atp e dell’Itf sono infatti stati bloccati fino a fine luglio: il Challenger, che tradizionalmente si disputa a fine agosto, sulla carta non è stato annullato, ma il suo destino dipenderà inevitabilmente dagli sviluppi dell’emergenza legata al coronavirus.

«Mi riesce davvero difficile parlare del nostro torneo quando la gente purtroppo continua a morire – dice Paolo Carobbio, direttore tecnico del Tennis Como e del Challenger -, però posso dire che la macchina organizzativa era già da tempo all’opera alla ricerca di sponsor e di idee per garantire lo svolgimento dei torneo. La presidente del circolo, Chiara Sioli e il comitato organizzatore con il presidente Giulio Pini stavano stringendo accordi importanti. Ora siamo fermi e aspettiamo di capire. Rendiamoci conto che è stato sospeso Wimbledon, non ci facciamo troppe illusioni».

«Per quanto ci riguarda, dobbiamo solo aspettare che l’emergenza finisca, cercando di farci trovare pronti se la situazione dovesse migliorare, ma senza farci troppe illusioni. Sicuramente il nostro torneo internazionale – chiude Carobbio – potrebbe essere anche un’occasione per rilanciare il turismo in città, settore pesantemente colpito da questa emergenza».

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