Casini, l’argentino di Cucciago
«Entro dalla panchina e do energia»

Il giocatore con passaporto italiano e un passato a Cantù da tre stagioni gioca a Desio

Casa a Rieti ma cuore a Cucciago. E non può essere altrimenti per Juan Marcos Casini. La 38enne guardia italoargentina ha infatti iniziato la sua terza stagione di fila nella squadra laziale in serie A2. E’ cucciaghese d’adozione perché proprio dietro il Pianella vive la sua famiglia, con la moglie Francesca Rossi e i figli Isabel (6 anni) e Juan Gabriel (1 anno).

E tutto nacque proprio dentro il palazzetto. «A Cantù (nell’allora Tisettanta, stagione 2007/08) ho vissuto la mia più bella esperienza a livello sportivo – ricorda -. Stare in una società storica, molto ben organizzata, con un tifo così caldo, e andare in campo con giocatori di serie A e americani fu per me importante. Non ultimo… ho avuto l’opportunità di conoscere la mia futura moglie. Lavorava al Pianella portando le statistiche ai giornalisti. Ci siamo conosciuti lì. Lei allora giocava nelle giovanili della Comense, e dove poi sono andato io, trovavamo una squadra anche per lei».

Anche perché «in casa è lei quella che segue il basket: a me invece piace il calcio». Intanto la famiglia si è allargata. «L’anno scorso venivano a Rieti anche per una settimana, visto che per la grande era l’ultimo anno di asilo. Adesso però è giusto che frequenti le amiche delle elementari e così fanno avanti e indietro da casa. Quando invece gioco in zona mi fermo io a Cucciago il lunedì».

Nato a Cordoba, dal 2003 in Italia, Casini ha giocato in undici squadre italiane diverse. «Il fatto è che per la Federazione non sono italiano ma ho un doppio passaporto. E quindi vado dove è possibile sfruttare il passaporto. Poi capita di trovarti bene in un posto, come i quattro anni a Jesi e questi tre a Rieti».

L’anno scorso, a dispetto dell’età, 30 partite in A2 a 25’ di media. Prima giornata di questa stagione, 27’ entrando dalla panchina. «Nella mia carriera non sono mai stato uno da starting five. Ma sono abituato che quando mi chiamano dalla panchina, entro per dare energia o quello che serve».

Per Rieti di nuovo obiettivo salvezza ? «Ogni anno cerchiamo di fare meglio. Quest’anno però ci sono cinque retrocessioni, e dunque per prima cosa dobbiamo salvarci».

Poi Casini cosa farà ? «Già dalla scorsa stagione ho iniziato un percorso per diventare allenatore. Adesso do una mano all’Under 14 di Rieti. Voglio giocare ancora il più possibile, ma mi piace anche l’idea in un domani di insegnare ai ragazzi quello che è stato trasmesso a me».

Intanto sono diversi i giovani di Cantù in A2. «Merito di un settore giovanile molto ben organizzato. Con la differenza che i ragazzi di oggi hanno un grande vantaggio rispetto alla mia epoca, cioè l’obbligo degli under in A2. Però non devono pensare che così sia tutto dovuto. Se invece hanno l’intelligenza e la mentalità di lavorare, allora possono sfruttare questa opportunità».

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