C’è Cantù-Treviso
All’andata fu il Covid

Treviso-Cantù: la sfida dell’andata fu l’inizio del focolaio Covid che colpì pesantemente il gruppo squadra dell’Acqua S. Bernardo

Treviso-Cantù: la sfida dell’andata fu l’inizio del focolaio Covid che colpì pesantemente il gruppo squadra dell’Acqua S. Bernardo. Fu il primo caso di contagio diffuso tra le squadre serie A e indusse la Lega, il giorno stesso della partita – era in calendario il 25 ottobre – a prendere in mano la questione e decidere per il rinvio.

Fu una settimana complicata, ma il giorno della partenza per Treviso, il sabato che precedeva la sfida, fu un lungo attendere, su tutti i fronti. La giornata si aprì con l’attesa per gli esiti dei tamponi effettuati da giocatori e staff venerdì pomeriggio. In settimana si erano già manifestate alcune criticità: Smith, Bayehe, Pecchia e La Torre positivi, altri giocatori con sintomi, tipo Johnson e Procida febbricitanti.

Fu un sabato snervante, perché gli esiti – era attesa una pec dal laboratorio nel primo pomeriggio – arrivarono tardi e senza dare certezze, alimentando il caos: cinque giocatori canturini erano stati dichiarati “non negativi”. A quel punto, si resero necessari nuovi approfondimenti, e la società preferì rimandare la partenza a domenica mattina.

Finché, il giorno dopo, la Lega risolse la questione con un rinvio d’ufficio: «L’obiettivo - spiegò la Legabasket – è ridurre il rischio di un potenziale focolaio che potrebbe già essere in atto e di tutelare la salute di atleti e staff tecnici delle due squadre coinvolte e degli arbitri». Treviso, sportivamente, non sollevò questioni. E oggi, quattro mesi dopo e in misura non paragonabile a quella di Cantù a ottobre, la De Longhi dovrà fare a meno di Lockett e del giovane Poser per Covid.

© RIPRODUZIONE RISERVATA