Cerutti al traguardo
E’ 17° alla Dakar

A Jeddah, sede del traguardo di una gara cominciata il giorno di capodanno con il prologo e terminata dopo aver percorso più di 8.370 chilometri

Finalmente il traguardo è arrivato per l’equipaggio Masahel -Jacopo Cerutti impegnati in Arabia Saudita nella 44esima edizione del raid internazionale Dakar. E così anche Cerutti ha raggiunto lo sfarzoso palco di Jeddah, sede del traguardo di una gara cominciata il giorno di capodanno con il prologo e terminata solo poche ora fa dopo aver percorso più di 8.370 chilometri di cui tre quarti sulla sabbia dei due deserti sauditi.

Portando anche quest’anno a casa un trofeo con l’effige del “tuareg” che è da sempre il simbolo della Dakar. Il debutto come secondo pilota gli regala il 17° posto nella classifica finale. Anche l’ultima giornata ha portato alcuni cambiamenti nei risultati dei concorrenti, ma l’equipaggio numero 332, il Can-Am Maverick3 motorizzato Rotax 1000 cc con l’ausilio del turbo compressore che raggiungeva i 150 hp sorretto da un telaio tubolare ha raggiunto il traguardo senza contrattempi. Così si chiude un’avventura durata quattordici giorni.

«Siamo felici e abbiamo fatto ciò che di meglio si poteva fare – spiega Jacopo Cerutti –, la Dakar è sempre un vero banco di prova per tutti, dai piloti ai navigatori, dai mezzi in gara agli pneumatici e alla risposta fisica di ogni concorrente. Anche se continuo a ritenermi un pilota di moto devo dire che questa con il 4X4 della Can-Am è stata una esperienza più che positiva: si vedeva che chi era con me era alle prime armi specialmente durante la guida con il road-book e questo specifico della navigazione era perciò un compito solamente mio. Devo dire che tutto sommato la gara è stata anche bella, c’erano dei giorni che si partiva e arrivava nello stesso punto percorrendo oltre 6/700 chilometri trovando un percorso sempre sabbioso ma completamento diverso. E poi le tappe sulla sabbia morbida quella più consistente o sulle piste battute dove dovevi andare con il gas al massimo, ma anche le pietraie che non andavano mai sottovalutate con il rischio di tagliare gli pneumatici: allora lì dovevi solo adattare tua guida al tipo di terreno».

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