Cesana, chiamatelo dottore
«Giocare e studiare si può»

L’esempio dell’ex Pgc e ora in A2: è neo laureato in Psicologia. «È tanto una questione di abitudini. E ora continuo fino alla magistrale».

Sport e studio possono andare a braccetto ? Certo. Anche quando ci sono di mezzo un campionato semiprofessionistico e una laurea. Luca Cesana, cresciuto nel Progetto Giovani Cantù e da cinque stagioni in serie A2 (quest’anno gioca a Piacenza), si è infatti laureato nei giorni scorsi in Scienze e Tecniche Psicologiche con una votazione di 97.

Ha discusso la tesi via web dalla casa di Codogno, e ha festeggiato l’evento mettendosi la corona d’alloro da solo. «E meno male che la vicina di casa mi ha fatto una foto - dice -. Con questo lockdown la mia famiglia è dovuta rimanere a casa. Però ho fatto subito una videochiamata con tutti i parenti e mi hanno fatto sentire la loro vicinanza. Sono molto contento».

Cesana era iscritto all’Università telematica Cusano. «Finite le superiori al Galilei di Erba, mi ero preso del tempo per decidere il da farsi – ricorda -. Per fortuna mia mamma ha insistito per farmi iniziare: “E poi vedi come ti trovi”. Ho quindi scelto questo corso triennale con sede a Roma, ma con la possibilità di dare gli esami nelle città principali, così ovunque sarei andato a giocare avrei potuto frequentare. In principio non l’ho presa seriamente, studiavo con calma. Quando sono andato a giocare a Roma non ho dato esami e ho perso un anno - fa presente il ventitreenne di Albavilla -. Una volta trasferitomi a Casale però mi sono rimesso in carreggiata: ero molto motivato a prendere la laurea. In un anno ho dato dieci esami. Grazie al lockdown ho potuto concentrami sugli studi, e in quei tre mesi ne ho dati addirittura sette».

Ed eccoci ai giorni nostri. Nonostante l’arrivo in una squadra nuova, gli allenamenti e le partite di Supercoppa, Cesana raggiunge l’agognata laurea. «Avevo finito la tesi già a settembre poco prima di iniziare la preparazione».

A proposito di tesi, l’argomento è strettamente legato al vissuto personale nel basket. “Psicologia dello sport: tecniche psicologiche per migliorare la performance sportiva” questo il titolo.

«L’obiettivo era trovare delle tecniche pratiche che mi potessero dare un vantaggio concreto nel mio quotidiano. Esiste la possibilità infatti di migliorarsi – afferma Cesana - e se ti migliori anche solo dell’1%, è quel qualcosa che a un certo livello può fare la differenza. La parte psicologica e l’aspetto mentale possono essere rilevanti in tutti gli sport. Ho iniziato la ricerca tra libri, articoli ed esperienze personali, e penso di aver fatto una bella tesi».

Che porterà a quali sbocchi ? «Farò la laurea magistrale sempre in psicologia, e poi l’esame di stato che abilita alla professione. Mi piacerebbe aiutare le persone a liberare il proprio potenziale, mi darebbe grande soddisfazione. Questo periodo di studio di psicologia ha cambiato la mia visione in generale della vita - sottolinea -. Lo scopo era lavorare su me stesso, ma può essere utile anche ad altri. Per adesso però resto concentrato sulla pallacanestro: è un anno importante per me a Piacenza e il basket resta la mia strada principale».

Dunque studio e basket, si può. «È tanto una questione di abitudini. Sento molti coetanei che al pomeriggio dormono o giocano alla playstation o stanno tanto sui social. Io mi sono costruito una routine al di fuori dal campo da basket che mi ha permesso di studiare. Non è facile e ci vuole grande forza di volontà e disciplina. Ma si può fare. Sono molto contento di quello che ho fatto».

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