Buon compleanno Canturino. «Una istituzione»

Auguri Una storia lunga 120 anni, una passione per le due ruote che ha superato due guerre mondiali e una pandemia

Era il 14 luglio 1902 quando, a Cantù, Carlo Meroni pose le basi di quello che è oggi il Club Ciclistico Canturino 1902.

Una storia lunga 120 anni, una passione per le due ruote che ha superato due guerre mondiali e che, pur nelle secche della pandemia, ha saputo reagire, portando il nome della Città del mobile alle principali competizioni ciclistiche del Paese.

Dal fondatore al figlio, per poi passare a Mario Pozzoli, Paolo Salice, Giuseppe De Grandis, Luigi Marelli, Giuseppe Anzani, Aldo Beneggi, Angelo Cappelletti, Franco Arnaboldi, Angelo Arnaboldi, Innocente Ratti, Carlo Rossi, Giuseppe Molteni, Luigi Radice, Antonio Borghi e Flavio Spinelli, la presidenza del sodalizio sportivo è arrivata fino all’attuale numero uno, quel Paolo Figerio che, per celebrare degnamente la ricorrenza, ha pensato di promuovere per domani al Toto Caimi il concerto di Davide Van De Sfroos.

A festeggiare la ricorrenza di quella che lo stesso Frigerio definisce «una delle istituzioni della nostra città» saranno in duemila, duemila persone che, sulle note del più noto cantautore del Lago di Como, troveranno di sicuro un momento per pensare alla lunga e prestigiosa epopea della società canturina.

«Due primi, un secondo, un quinto e un ottavo posto all’Italiano testimoniano che la squadra, tutto sommato, sta uscendo bene», racconta il presidente del Canturino 1902 ponendo l’accento sui principali piazzamenti tra gli Juniores raccolti nella prima parte di stagione.

Ora, dopo il ritiro in altura a Livigno, i suoi ragazzi torneranno proprio in occasione del concerto a Cantù, col piacere di sentirsi parte di una storia sportiva che ha pochi eguali nel panorama nazionale.

«A Cantù, il Canturino 1902 ha sempre ottenuto l’interessamento delle persone e delle imprese del territorio. È a ragione considerato una delle istituzioni di Cantù e, in questa occasione, mi preme ringraziare davvero tutti, imprenditori e privati, che finora ci hanno dato la loro disponibilità e il loro supporto sotto varie forme», prosegue Frigerio.

L’attesa di tutti, insomma, non è soltanto per i duemila che potrebbero gremire il Toto Caimi, bensì per l’esplodere di una festa che, dopo un biennio di restrizioni, ha tutto il sapore della liberazione, della gioia, della spensieratezza.

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