Ciclisti fermi ai box
«I rulli non bastano»

Borghi: «I rulli, in questa condizione, non sono sufficienti, tantomeno i ciclosimulatori. Possono dare una mano»

«La cosa più difficile in questo momento, è accompagnare la progressiva perdita di condizione per poi essere pronti, quando sarà possibile, a ripartire al massimo». Ruggero Borghi al pedale ha dedicato tutta la sua vita, prima come corridore professionista, ora come preparatore atletico sia di professionisti, sia di giovani e amatori. A Cantù, dove vive e lavora, segue tra gli altri il Club Ciclistico Canturino 1902, che proprio qualche settimana fa avrebbe dovuto iniziare la stagione Juniores e con quell’obiettivo s’era preparato per arrivare al top della condizione già all’inizio della stagione.

«I ragazzi – dice – hanno fatto un lavoro importante dalla fine dello scorso autunno fino ai primi di marzo. Sarebbe un peccato, ora, buttare via quanto fatto. Con il Canturino avevamo deciso di partire forte, perché c’erano obiettivi importanti da raggiungere (il titolo provinciale a Cantù, il regionale ad Albese con Cassano, il Liberazione, tutto ad aprile). Eravamo in forma e sono sicuro che avremmo fatto bene». I rulli, in questa condizione, non sono sufficienti, tantomeno i ciclosimulatori. Possono dare una mano, ma è inutile pensare riescano in qualche modo a sostituire un allenamento tradizionale. «Ci sono dei lavori specifici da fare sui rulli. Lo stesso vale per i ciclosimulatori. Questi sistemi non ti fanno trovare la condizione, bensì aiutano a mantenerla. Hanno un senso se abbinati a esercizi a corpo libero, panca, addominali e stretching, tutti utili per non calare troppo di forma. Bisogna cercare un giusto compromesso: un’ora e mezzo al massimo al mattino, una mezzoretta la sera per trovare un po’ di agilità. Con i rulli non di più».

© RIPRODUZIONE RISERVATA