Clark, lacrime da canturino vero
«Volevo vincere per noi e i tifosi»

Il play: «Pensavo di poter segnare quell’ultimo tiro, andandocela poi a giocare al supplementare»

Wes Clark ci ha provato. Ha stretto i denti, è sceso in campo tra mille acciacchi – un colpo al ginocchio in settimana e un taglio sopra l’occhio – e alla fine ha anche provato a diventare protagonista assoluto della partita tra Acqua San Bernardo Cantù e Virtus Roma.

E quella palla finita sul ferro nell’ultima azione, quella del possibile pareggio che avrebbe mandato le due squadre al supplementare, grida vendetta. Fosse entrata, magari Cantù avrebbe due punti in più in classifica. E il play statunitense, 25 anni a dicembre, avrebbe già un monumento in piazza Garibaldi.

Ciò non toglie che, dopo aver sparacchiato senza costrutto, Clark ha messo la corazza da leader, prendendo per mano Cantù.

Ci pensa ancora, nonostante sia passato qualche giorno dalla sfida contro i capitolini: «Onestamente pensavo che il mio tiro sarebbe andato a buon fine e che avremmo pareggiato la partita, andando all’overtime. Ma è stato un tiro sfortunato, peccato».

Non sono passate inosservate, al termine della partita, le lacrime del play canturino. Segno inequivocabile di delusione e rammarico, per aver fatto di tutto per non mancare all’appuntamento: «Volevo esserci e vincere per noi e per i tifosi, ce la meritavamo entrambi. Abbiamo combattuto duramente ma non siamo riusciti a uscire dal campo con la vittoria in tasca. Ci tenevo tanto».

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