Como, Borghese fischiato
«Scusate per quel gesto»

La rottura con i tifosi del Como tre anni fa dopo una esultanza polemica con la maglia del Livorno: «Non sono quella persona»

A questo punto è giusto che parli anche lui, Martino Borghese. Il giocatore più discusso di questo Como. Vecchia ruggine con i tifosi, che lo hanno contestato per tutta la partita amichevole domenica a Vercelli, che hanno fatto del suo arrivo l’ennesimo motivo di polemica verso la società.

Parliamo dei tifosi della curva, soprattutto. Con cui il rapporto si ruppe già quando Borghese giocò nel Como nei primi mesi di campionato in serie B, tre anni fa. Il giocatore fu contestato pesantemente per alcune sue prestazioni, forse anche per il fatto che veniva dalla rivale Varese, ma la miccia finale fu il gesto di esultanza con cui – pochi giorni dopo essere approdato a gennaio a un’altra grande rivale, il Livorno -, Borghese festeggiò il gol segnato proprio contro il Como.

Una sorta di vendetta-rivincita quel portarsi la mano all’orecchio, una specie di sfida a chi per mesi lo aveva trattato da nemico, accompagnata anche da qualche irruento faccia a faccia con qualche giocatore del Como, durante e dopo la partita.

Cose che Borghese si porta dentro ancora con rammarico. Ma la scelta di tornare qui, «nell’unico posto dove i tifosi non mi hanno amato» come dice lui, ha un significato preciso. Come precisa, ora, è la sua voglia di chiedere scusa ai tifosi. Ma spiegando anche le sue ragioni.

«Un gesto di cui chiedo scusa oggi a tutti i tifosi. Io non sono abituato a comportarmi così. In tanti anni di calcio, anzi, sono sempre stato amato dalle tifoserie per cui ho giocato. Perchè io sono uno che in campo dà tutto, e la gente lo capisce. Non sono uno che scappa dai problemi».

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