Como, corsa contro il tempo
E anche contro il Covid

Il club spera di poter recuperare qualche altro giocatore per la partita di domenica con la Pro Vercelli. Oggi l’esito dei tamponi per i 15 ancora positivi. Il medico sociale: «Quasi tutti sono stati pressoché asintomatici».

Nuovo giro di tamponi, e ancora qualche piccola speranza per il Como di riuscire ad avere a disposizione qualche giocatore in più per la partita di domenica con la Pro Vercelli. La decisione dello staff medico è stata quella di ripetere i controlli a distanza di 48 ore sulla quindicina di persone, quasi tutti giocatori, ancora positivi. E gli esiti arriveranno nella giornata di oggi.

«Ci siamo già mossi per avere la possibilità di effettuare le visite di idoneità necessarie nel più breve tempo possibile, in caso di esiti negativi ai tamponi per qualcuno di loro, o nella migliore delle ipotesi per tutti», spiega il medico sociale del Como, Alberto Giughello

Nel senso che le visite potrebbero effettuarsi già domani mattina, sperando di riuscire ad aggregare qualcuno in più all’esiguo gruppo che è riuscito ad allenarsi in questi giorni. Fermo restando ovviamente il fatto che si parla di giocatori ormai lontani dagli allenamenti da due settimane. Ma ogni giorno guadagnato può essere importante, considerando che si dovrà giocare anche mercoledì.

«Purtroppo, c’è questa positività che perdura per diversi elementi del gruppo, e altro non si può fare che aspettare. Sono situazioni che capitano, abbiamo visto anche casi in serie A, come quelli di Ronaldo e Dybala. E lo stato fisico non conta. Da noi per esempio quasi tutti sono stati completamente asintomatici. Basti pensare che non abbiamo dovuto consumare nemmeno una scatola intera di antibiotici. Il che psicologicamente è ancora più pesante, perché i ragazzi stanno bene ma non possono uscire di casa, non possono allenarsi, non possono giocare, è difficile da accettare, ma finché il tampone non è negativo non è possibile».

O meglio, c’è un aspetto del protocollo che consente di non aspettare all’infinito, come spiega Giughello. «Dopo ventun giorni dall’inizio della quarantena, chiaramente se si è in uno stato di salute generale buona, non si viene considerati più contagiosi. Quindi è possibile riprendere ad allenarsi, che è già qualcosa. Ma giocare una gara ufficiale no», perché va ovviamente presentata la certificazione di negatività.

Intanto c’è da dire che il primo periodo di quarantena è terminato per tutti, anche per i tre che sono risultati positivi dopo rispetto al grosso del gruppo.

Quindi, dagli esiti dei tamponi di oggi, che per quasi tutti sono il terzo giro dopo lo scadere dei dieci giorni iniziali di quarantena, potrebbe anche arrivare la notizia che il problema possa essere definitivamente risolto. «Sì, potrebbe anche essere così, ma è veramente difficile a questo punto fare previsioni. Fortunatamente noi ci appoggiamo a strutture che ci consentono di gestire al meglio i controlli, continueremo a farne con frequenza sinché sarà necessario».

E oggi ci saranno i tamponi di controllo anche per i tredici sani, quelli da effettuarsi di norma prima della partita. Che non dovrebbero riservare più sorprese. «Anche sulle tempistiche di incubazione e sviluppo del virus - conclude Giughello - non c’è certezza assoluta, ma ormai chi non è stato contagiato non ha più contatti con i positivi da quasi due settimane, dovrebbe essere un tempo sufficiente per poter stare tranquilli».

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