Como e lo strano ritiro
senza le amichevoli

Quello che si è chiuso ieri ad Arona è stato, a detta dei protagonisti, un periodo di lavoro intenso come sempre

C’è chi ha detto che queste tre settimane di ritiro del Como sono state un ritorno alla normalità, un modo per dimenticarsi di quello che è accaduto nei mesi precedenti concentrandosi solo sul lavoro. Come tutti gli anni, come prima di qualsiasi campionato.

E quello che si è chiuso ieri ad Arona è stato, a detta dei protagonisti, un periodo di lavoro intenso come sempre, utile forse anche più del solito perchè il gruppo era già formato, i princìpi e i metodi di Marco Banchini già ben noti a tutti. Un presupposto fondamentale che ha consentito di saltare diversi passaggi. Come ha raccontato lo stesso mister, le sedute alla lavagna sono state limitate al minimo indispensabile rispetto a quello che accadeva l’anno prima. Con più tempo per dedicarsi alla pratica. Un perfezionamento, per certi versi, più che un apprendimento.

Ma la cronaca di queste tre settimane appena passate non è però quella di un ritiro normale. C’è per esempio qualcosa di mai accaduto prima: il Como, che in definitiva è ormai al lavoro da un mese visti i dieci giorni di allenamenti comaschi prima di partire, non ha ancora mai giocato neppure un’amichevole. Impossibile giocare contro squadre dilettantistiche per via del Covid, la necessità di avere più cautele rispetto al passato, e poi l’unico appuntamento programmato, quello con la Primavera della Sampdoria, annullato per maltempo. Mai accaduto nemmeno che si sia lavorato senza mai ricevere l’applauso o l’incitamento dei tifosi. Il Como si è confrontato sinora solo con sé stesso. Scelta che ha avuto anche dei lati positivi, ma dopo sei mesi senza partita anche una qualsiasi amichevole potrebbe dare adrenalina, e un senso diverso al lavoro.

Parliamo anche del campo: il ritiro sul sintetico ha portato qualche vescica ai piedi in più, e forse anche un po’ di fatica in più. Ma nessuna grande difficoltà. E’ la prima volta che accade, però, almeno per il Como. Una scelta forse pensata a suo tempo anche in previsione del sintetico al Sinigaglia. Ma adesso, rientrati a casa, si è puntato sull’erba del campo di Bregnano, che dovrebbe diventare la sede stabile degli allenamenti . Perchè l’erba piace di più, soprattutto a chi deve giocarci sopra.

Il nuovo modulo, il progetto che verte sul 3-4-3, è stato al centro di questa prima fase di lavoro. Più che una rivoluzione, un’evoluzione verso uno schieramento più ricco di giocatori offensivi. Non è solo però un cambio di forma ma anche di sostanza, perchè da questo ritiro qualche giocatore esce con un ruolo un po’ modificato. Marano che giocherà più in attacco, H’Maidat che verrà impiegato da play davanti alla difesa, per esempio. Cambiamenti interessanti, che influenzeranno anche le scelte di mercato, in entrata e in uscita.

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