Como, forza e coraggio
Vuole vincere a Livorno

Oggi la partita in Toscana è delicata. Non serve ora ripensare alle occasioni perse nelle ultime giornate, non serve rimuginare sui problemi

Nervi saldi. Perchè da queste parti alle partite decisive si è piuttosto abituati. E molto spesso se ne è usciti vincenti, anche nei momenti più impensabili, nelle situazioni più imprevedibili.

Oggi la partita di Livorno è una di queste. Non serve ora ripensare alle occasioni perse nelle ultime giornate, non serve rimuginare sui problemi. Serve solo far finta che non ci siano. La bravura del Como oggi deve essere questa, presentarsi in campo con la sicurezza e la voglia di essere la squadra più forte di tutte. Quello che in fondo è riuscito a fare per diverse settimane quest’inverno, senza interrogarsi sui suoi limiti, sulle sue difficoltà. Con la mente libera.

Questa giornata è un crocevia importante, decisivo. Tenere il vantaggio sull’Alessandria oggi è un obbligo. Senza perdere poi nemmeno la speranza di riuscire a incrementarlo, perchè nessuno può mettere la mano sul fuoco sul fatto che stasera i grigi battano la Pergolettese. Probabile, possibile, ma non certo. Non stiamo qui a elencare le sorprese che la storia del calcio ha riservato, a tutti i livelli, in tante occasioni che sembravano scontate. Ma nel caso dovessimo sfogliarle, il Como spesso ne è stato protagonista in positivo.

Ma prima bisogna vincere. In ogni modo, per forza. «Giocheranno i più forti, quelli che stanno bene», dice Jack. Che di per sé sembra una frase scontata, in realtà ha un significato preciso, l’opposto di quello che l’allenatore del Como diceva sette giorni fa, quando sperava e pensava di poter gestire le sue risorse nelle tre partite di questa settimana. Oggi no, non si può più pensarlo. Ma già rispetto a Olbia c’è qualche notizia positiva in più: tornano Gabrielloni e Rosseti, e torna dopo due mesi anche Zanotti, che non è una notizia marginale, visto che i problemi al ginocchio di Facchin – che comunque ora sta bene – avevano anche fatto venire l’ansia di non avere a disposizione un numero sufficiente di portieri, essendo solo tre in rosa.

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