Como, parla il presidente
Così vicino così lontano

Alla viglia del raduno azzurro, ecco Massimo Nicastro: la sua intervista sul quotidiano di lunedì

Difficilmente lo sentiremo alzare la voce negli spogliatoi, probabilmente mai gli passerà per la testa di suggerire all’allenatore un modulo o di criticare un cambio. Massimo Nicastro non sembra proprio quel tipo di presidente. Nella particolarità di una società cinquanta e cinquanta, pur amando lui lo sport e il calcio, il suo non sarà un ruolo tecnico in senso stretto. Anche se tutto comincerà in questi prossimi giorni con una visita alla sua squadra.

Buongiorno presidente, possiamo già chiamarla così?

«Si, confermo. Il presidente sono io».

Presidente... a metà, come le quote della società?

Strana una suddivisione così netta, bisogna andare molto d’accordo...

«C’è unita di intenti, l’importante è quello. La suddivisione delle quote è un aspetto non di primaria importanza, è solo un aspetto economico. Io vivo negli Stati Uniti, anche se per questioni lavorative in Italia vengo molto spesso e ora con il Como ci verrò anche di più ma è chiaro che c’è bisogno di persone che più di me abbiano la possibilità di seguire da vicino la squadra. C’è Felleca, c’è Renzi, loro più di me sono in grado di gestire le questioni tecniche e organizzative». Il resto dell’intervista sul quotidiano di domani.

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