Como, punizione creativa
Mini barriera strategica

Palla messa per terra e tre uomini azzurri posizionati uno vicino all’altro proprio davanti al pallone

Non è una novità. Marco Banchini è uno studioso del calcio, che attinge e rimodella idee nuove magari viste altrove, ritagliate sulle proprie esigenze. Non solo su schemi e movimenti, ma anche sui calci da fermo. Famosa ormai la varietà di schemi su corner, con le situazioni chiamate (stile basket o pallavolo) dal giocatore che batte il calcio d’angolo, con piccoli gesti di intesa (toccarsi l’orecchio o il naso). Così come gli schemi particolari su calcio dalla bandierina visti l’anno scorso: uomini in fila indiana sulla linea di porta, oppure sulla linea di fondo, caos organizzato per non dare punti di riferimento agli avversari in area.

Ad Alessandria si è visto però qualcosa di assolutamente inedito su un calcio di punizione, da 25 metri, abbastanza centrale. Era l’88’: palla messa per terra e tre uomini azzurri posizionati uno vicino all’altro proprio davanti al pallone. Una seconda barriera, molto più avanzata verso la palla, rispetto a quella della difesa.

Mentre il giocatore incaricato del tiro si appresta a prendere la rincorsa, i tre giocatori in questione, sempre tenendosi con le braccia, cominciano a indietreggiare con uno strano passo sinuoso, con le gambe piegate, sino ad accovacciarsi e a buttarsi in terra quando la palla parte. Serve a oscurare la visuale al portiere e alla barriera difensiva stessa. E serve ad aggirare il regolamento dopo che lo stesso impone il divieto ai giocatori di attacco di andare a infiltrarsi in barriera, per allargare il campo di non visibilità al portiere ma anche per creare azioni di disturbo nel muro difensivo. Fa parte delle nuove tecniche del calcio moderno (ricordate il coccodrillo di Brozovic a Barcellona, con l’interista sdraiato dietro la barriera per respingere eventuali rasoterra mentre la barriera salta?) per sfruttare tutte le situazioni. In questo Banchini è davvero all’avanguardia. A

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