Corda dopo la squalifica-bis
«Vogliono danneggiare il Como»

Il consulente tecnico si sfoga: «Per me non cambia niente, continuerò a fare il dirigente». «Ma ci saranno conseguenze giudiziarie per chi ha causato tutto questo, persone-spazzatura»

Ninni Corda incontenibile. La reazione alla sentenza che gli infligge otto mesi di squalifica in più è soprattutto un contrattacco, verso chi l’ha provocata.

Nessun mea culpa, «perchè tanto tre mesi o cinque anni a questo punto per me non cambiano niente, continuerò a fare il dirigente se non potrò più fare l’allenatore. E comunque sono certo che questa sentenza verrà annullata, perchè quando ci presenteremo in appello ci saranno delle sorprese. Il diritto di difesa è concesso a tutti, anche agli assassini, e non a me per un procedimento sportivo?».

Ma c’è un altro capitolo di questa vicenda che lo fa andare veramente su tutte le furie. «E scrivetelo chiaro, ci saranno delle conseguenze sia civili che penali. Forse anche per chi ha causato tutto questo. Mi assumo la responsabilità di quello che dico, questa gente è spazzatura umana. Sono persone rancorose nei miei confronti che per fortuna sono state allontanate dal Como, sanguisughe che hanno rubato soldi, qualcuno per anni, a questa società, gente che ha contribuito a causare i fallimenti del Como. Scrivetelo».

Accuse pesantissime che riportiamo, ma da cui ovviamente ci dissociamo. Pensieri suoi. E che riguardano, anche se Corda ufficialmente non fa nomi, alcune delle persone che sono state citate anche nella sentenza come testimoni del fatto che lui stesse operando all’interno della società con mansioni incompatibili con il suo ruolo e con la sua squalifica.

In quell’elenco ci sono tra l’altro i nomi di Ardito, di Diana, Bellotti, Guazzo, ma anche quello dell’attuale segretario del Como, Giorgio Bressani, l’unica persona che Corda in un certo senso tutela, «le sue dichiarazioni sono state male interpretate».

Inequivocabili, invece, le sue. «Al di là di quello che questi personaggi squallidi – rincara la dose – sostengono, io non ritengo comunque di aver fatto nulla di diverso da ciò che fa chiunque operi nel calcio. Perchè, vogliamo sostenere che un allenatore non contatta di persona i giocatori? E qualcuno dice loro qualcosa?».

Il punto è che su di lui già gravava una squalifica, e non lievissima. «Perchè, Conte alla Juve nei mesi di squalifica secondo voi cosa faceva? Vogliamo prenderci in giro? Tra l’altro, comunque nel deferimento relativo a questa indagine - partita all’incirca in ottobre, ndr – non si faceva riferimento al fatto che fossi squalificato bensì alle mansioni che svolgo al Como. Dunque trovo questa sentenza piena di inesattezze, che faremo presenti in Appello».

Nella sentenza si parla anche della richiesta di rinvio da parte dei legali di Corda, rinvio non concesso e per questo l’udienza si è svolta senza difesa. «Io ho mandato un certificato medico perchè non stavo bene, non perchè non volessi andare a difendermi. Anzi, avrei diverse cose da dire, negarmi la possibilità di farlo è un abuso gravissimo. Non potranno non tenerne conto in appello».

La squadra,di tutto ciò, rischia di risentirne? «E’ un motivo in più che ci darà carica per vincere. A proposito, perchè far uscire questa sentenza proprio adesso? Se pensano di danneggiarmi o danneggiarci, non ci riusciranno».

(Lilliana Cavatorta)

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