Coronavirus, l’esperto
«Calcio? Non darei l’ok»

Il direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, Rezza: «È uno sport che implica dei contatti e quindi c’è un certo rischio di trasmissione»

Riuscirà il calcio a terminare la stagione interrotta dall’emergenza sanitaria? A venti giorni dalla possibile ripartenza dell’attività sportiva, al momento bloccata dal Governo fino al 3 maggio per impedire la diffusione del Covid-19, i dubbi restano grandi. Ad accrescerli, nel giorno di Pasquetta, è arrivato il parere di Gianni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità: «Il calcio è uno sport che implica dei contatti e quindi c’è un certo rischio di trasmissione. Ho sentito che qualcuno propone un monitoraggio più stretto con test ripetuti sui calciatori, ma mi sembra un’ipotesi un po’ tirata - ha osservato Rezza -. Del resto siamo quasi a maggio: se dovessi dare un parere tecnico sulla ripresa del Campionato di calcio non lo darei favorevole, ma sarà la politica a decidere».

Eppure il mondo del pallone resta concentrato sull’obiettivo della ripartenza e lavora giornalmente per realizzarlo. A metà settimana la Federcalcio riunirà nuovamente la commissione medico scientifica, vicina alle conclusioni per un protocollo rigoroso che i club dovranno seguire prima di riprendere l’attività quotidiana.

Come raccomandato dalla Federazione medico sportiva italiana, oltre a sanificare gli ambienti e a portare calciatori e staff in ritiro per evitare nuovi contagi, le società dovranno effettuare una lunga serie di test medici sui propri giocatori. «Abbiamo una procedura e presto la comunicheremo - ha spiegato il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina -. Inizieremo, mi auguro a inizio maggio, con dei controlli per garantire la negatività ai quali seguirà l’allenamento. I campionati ricominceranno nel momento in cui avremo la garanzia che sarà garantita la salute».

La linea della Figc del resto è chiara: la stagione va conclusa, a costo di farlo in estate. Resta da capire naturalmente se e quanto sarà possibile oltrepassare il limite naturale del 30 giugno: se dall’Uefa sono arrivare rassicurazioni sulla necessità di completare campionati e coppe, dalla Fifa serviranno atti concreti per questioni organizzative e legali, come i contratti in scadenza a fine giugno. «Calcio in estate? Non abbiamo una scadenza - ha ammesso Gravina -: ci adegueremo alle indicazioni della Fifa e del nostro comitato tecnico-scientifico. L’idea è di completare i campionati».

Del resto le altre leghe europee stanno portando avanti la stessa idea: in Francia si ipotizza una ripresa dei campionati nella prima metà di giugno, mentre in Inghilterra stanno studiando una maxi ritiro a Wembley per tenere le squadre in sicurezza. In Serie A, invece, le date ipotizzate al momento non cambiano: se sarà possibile far riprendere gli allenamenti il 4 maggio, le prime partite ufficiali si potrebbero giocare a fine mese e il campionato potrebbe così concludersi entro metà luglio. Nel frattempo l’Uefa sta studiando le date per portare a termine Champions ed Europa League: secondo i media spagnoli, l’ipotesi più probabile prevede una maxi fase finale ad agosto, se necessario anche con quarti , semifinali e finali in gara secca e campo neutro.

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