Da mentos&cola alla mega medusa
Un anno di Sodini Blog: che spasso

Fin dall’inizio l’ex coach della Red October Cantù si è distinto per l’originalità delle conferenze

Autore e conduttore, come Enrico Ghezzi e il suo leggendario Blob, la trasmissione satirica di Rai 3. Marco Sodini, ormai ex allenatore della Red October Cantù, nel corso dell’anno ha studiato e proposto paragoni e metafore ardite.

Quasi una a settimana, elevando il livello della discussione dalla pura e semplice partita da presentare – sfrondando le banalità che spesso e volentieri escono in queste occasioni -, spaziando tra arte, musica, letteratura, fisica, matematica, storia e religione.

Era forse dai tempi di Andrea Trinchieri, un altro mago delle conferenze stampa, che Cantù non aveva un comunicatore così. Che, con tutta la sfrontatezza e la sicurezza del caso, non si è fatto intimidire dal fatto che fosse la sua prima volta in serie A da capo allenatore.

E così, anche affidandosi a veri colpi di teatro, Sodini nel corso dell’anno ha parlato del piano sequenza introdotto da Orson Welles in “Quarto potere”, per spiegare – l’ha fatto alzandosi dalla sedia e facendosi riprendere nel suo percorso – come abbia cercato di spostare l’attenzione verso il campo, lasciando in secondo piano i problemi societari.

Memorabile l’esperimento della caramella Mentos nella Coca Cola, per spiegare che, contro Torino «si sarebbe aspettato una reazione a fontanella della sua squadra». Ha scomodato anche Franz Kafka e la sua Metamorfosi, per spiegare con efficacia il processori trasformazione della sua squadra «visto che abbiamo sdoganato come nostro obiettivo i playoff», una volta alzata l’asticella.

Particolarmente scatenato, il coach, prima delle sfide di coppa, campionato e playoff contro Milano. Ecco cosa diceva Sodini alla vigilia della partenza per Firenze: «Davide rifiutò elmetto e armatura, ma usò cinque sassi lisci e atterrò il gigante Golia con la fionda. Dovremo fare lo stesso, giocando d’astuzia».

E, prima dei playoff fece un elenco di cose incredibili ma vere, sperando che la sua squadra, al cospetto di Milano, riuscisse in un’impresa sulla carta impossibile: «Esiste la medusa immortale, che torna allo stato primordiale quando capisce che il suo ciclo vitale è finito e va avanti così all’infinito. L’armilarria ostoyae è l’essere vivente più grande al mondo, i cui tentacoli possono dipanarsi per 890 ettari, come 1600 campi da calcio».

Luigi Pirandello e la sua Così è (se vi pare) furono il tema affrontato prima del ciclo terribile che attendeva Cantù dopo le Final Eight: «Cantù è colei che voi credete! E chi è Cantù? Lo dobbiamo ancora scoprire. La risposta la daranno le prossime cinque partite contro Venezia, Torino, Brescia, Bologna e Milano. Perché a questo punto, se vogliamo essere ambiziosi, è il momento di svelarci al mondo».

E i playoff raggiunti all’ultima giornata? Chiusura musicale: «Sono la nostra bonus track, come capita in alcuni cd».

Luca Pinotti

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