Di Giuliomaria ci ha preso gusto
«Se c’è bisogno, avete il numero»

L’esordio più stravagante che potesse capitare: «Chi si aspettava un massacro è stato certamente deluso. Peccato, la squadra si è mossa bene»

Quando si dice “spirito di servizio”. È bastata una telefonata per far scattare sull’attenti Christian Di Giuliomaria, improvvisatosi per un giorno head coach della Pallacanestro Cantù, praticamente a poche ore dal derby contro Milano. Ottenuta la deroga per sedersi in panchina, l’ex lungo canturino, ora responsabile del settore giovanile, ha risposto quasi militarmente: «Obbedisco!».

Esordio più stravagante e surreale non poteva esserci, per rimpiazzare temporaneamente l’intero staff canturino che presentava sintomi di Covid: «Un debutto totalmente inaspettato e strano. Certo, esordire al Forum nel derby contro Milano è sempre bello, però le condizioni erano un po’ complicate».

La squadra ha perso, priva di Gaines e contro la dominatrice della stagione. Di Giuliomaria ha messo quel poco che poteva, soprattutto a livello di carica: «Ero emozionato, ma sereno. Il piano di gioco ovviamente era già stato fatto in settimana, ho messo del mio nel discorso motivazionale. Se devo dire com’è andata la partita, dico che la squadra si è mossa molto bene: senza Gaines, abbiamo lasciato Milano a 70 punti, siamo anche riusciti a rientrare a -5. Peccato per quei cinque-sei canestri subìti in modo identico, è mancata un po’ di comunicazione. Ma chi si aspettava un “massacro” è certamente stato deluso. Con Bucchi in panchina, magari sarebbe andata diversamente…».

Una grossa mano gliel’ha data Leunen: «Non è un segreto, tra l’altro avevo vissuto una situazione simile a Udine. Maarty ha chiamato praticamente da solo il primo time out, poi mi ha passato la palla. Nel corso della partita, ci siamo spesso cercati con lo sguardo, c’è stato un lavoro di squadra».

È stato giusto giocare? «Sì e lo dico senza timore di voler compiacere qualcuno. Cantù ha agito con responsabilità, nell’interesse generale del campionato, pur sapendo di non poter schierare Gaines e senza tutti i propri tecnici. Si è rivelata ancora una volta una società seria e importante».

Ora Di Giuliomaria, che allena anche un paio di formazioni nel Pgc, torna alle sue mansioni, pronto a ridare una mano a Cantù: «Se c’è bisogno, il mio numero lo hanno tutti e sono a disposizione per qualsiasi cosa. Allenare, del resto, è la mia strada. Mi sento pronto e ci credo tanto, anche se so che allenare una prima squadra è un percorso davvero lungo e complicato, in Italia ancora di più perché l’ex giocatore che va in panchina non è sempre ritenuto un valore aggiunto. Mi sono però goduto l’emozione del derby».

Con la tentazione, sempre vicinissima, di voler scendere in campo per dare un contributo: «Dopo aver passato una vita nel basket, la voglia c’è sempre. A 42 anni sto bene come quando giocavo, inoltre il livello non mi sembra clamoroso. Ma ormai è una pagina chiusa: come mi disse un coach, le emozioni saranno diverse ma altrettanto forti anche da allenatore. Ringrazio tutti per l’esperienza: se c’è bisogno, io ci sono».

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