«Di Vincenzo? Bravissima
Anche meglio di Schwazer»

Mariano culla della marcia. Zeni coccola una delle sue ex allieve E lei: «Ho smesso per diversi motivi».

Prima di Eleonora Giorgi. L’Atletica Mariano non ha scoperto solo la marciatrice cabiatese, bronzo ai mondiali 2019 nella 50 chilometri. Nei primi anni duemila, la società del presidente Carlo Cariboni, aveva una squadra fortissima con Elisa Di Vincenzo e Alessio Marnoni, a guidare il gruppo.

Sotto la guida del tecnico di Villa Guardia, Vittorio Zeni, gli atleti gialloblù scalarono i vertici nazionali. Elisa Di Vincenzo (classe 1983), solo per citare alcuni risultati, è stata campionessa italiana indoor sulla 3 chilometri, ha indossato la maglia della nazionale nella Coppa Europa a Rio Maior, in Portogallo nell’aprile 2002 e ha partecipato al quadrangolare al coperto Italia-Francia-Germania-Gran Bretagna a Vittel.

Anche Marnoni (classe 1984) ha nel suo curriculum la Coppa Europa, tra gli Juniores, categoria dove ha vinto il tricolore nei 10.000 in pista a Grosseto. Il Trofeo Frigerio, grazie anche ad Alice Turri, Anni Vendrame e le erbesi Marta Vicini e Valeria Pala, era un affare “tutto comasco”. Il sogno però si interruppe bruscamente, con i ritiri di Di Vincenzo e Marnoni.

«I problemi a un ginocchio e la delusione per non essere stata ammessa nelle Fiamme Azzurre (ufficialmente per l’altezza, per un centimetro e mezzo), mi hanno fatto mollare», spiega la marianese che è uscita completamente dal mondo della marcia e dello sport.

A 24 anni, quando aveva ancora molto da dare. «Spesso ripenso a quella decisione - dice - e, lo confesso, più di una volta me ne sono pentita. Se fossi rimasta in attività sarei passata alla 50 chilometri: le distanze lunghe mi appassionano. Alcune delle avversarie di allora - la mia omonima, ma non parente, Sibilla Di Vincenzo e Valentina Trapletti - sono ancora in attività e hanno ottenuto degli importanti risultati. Quella era un’annata forte».

Eppure alla marcia la marianese c’è arrivata per caso. «Ero nelle Esordienti e all’Atletica Mariano mancava una marciatrice per i campionati societari. Mi dissero che avevo il fisico e mi mandarono in pista».

Arrivò la vittoria e così iniziò la brillante carriera. Di Vincenzo fece anche da traino al miracolo Mariano. «Eravamo un gruppo soprattutto di amici - spiega -. Spensierati e negli allenamenti marciavamo in allegria. Spesso uscivo con Marnoni e per 15-20 chilometri, ci prendevamo in giro, scherzando. Facendo arrabbiare coach Zeni. I risultati però arrivavano e andava bene tutto».

Una persona fondamentale, oltre all’allenatore di Villa Guardia, è stato il padre, che l’ha sempre seguita. La marianese è stata una delle marciatrici più “pulite” e precise nel gesto tecnico. Nella sua carriera non è mai stata squalificata e si è ritirata solo una volta.

«Piedi buoni e un fisico adatto», così Zeni descrive Marnoni che, prima di diventare senior, lasciò l’attività, concentrandosi sul lavoro. «Era più che una promessa. Nelle giovanili battagliava con Schwazer e spesso lo batteva - conclude il tecnico di Villaguardia -. Non a caso era entrato nel gruppo sportivo dell’Aeronautica».

Anche Alice Turri smise presto, per dedicarsi al lavoro di ostetrica.

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