Due mesi esatti senza vittorie
Cantù, questa è la crisi più nera

Rimediate otto sconfitte consecutive, con uno scarto medio di 21 punti nelle ultime cinque partite

Oggi sono due mesi esatti. Due mesi puliti puliti dall’ultima vittoria in campionato di Cantù. Era infatti il 28 ottobre scorso - quarta giornata di serie A - quando l’allora Red October la spuntava in casa ai danni di Reggio Emilia con l’altisonante punteggio di 101-95. Dopodiché, il vuoto. Il buio. L’ingresso in un tunnel dal quale è fondamentale uscire domenica contro Pistoia poiché altrimenti la situazione da grave qual è già diverrebbe tragica.

Due mesi nei quali si sono giocate otto partite che hanno sempre visto Cantù soccombere. Un filotto di sconfitte come mai era accaduto nella storia del club. Perché a sette si era spinta la Poliform nella stagione 2000-2001, ma a otto nessuna versione canturina aveva osato inoltrarsi. E dire che dopo aver iniziato il torneo con una sconfitta (a Sassari), la squadra di coach Pashutin aveva successivamente raccolto tre vittorie consecutive (vinto di 12 in casa con Trento, sbancata Cremona con 17 punti di scarto, superata - come accennato - la Reggiana di 6 lunghezze). Un tris che aveva spalancato le porte all’ottimismo e che per un momento aveva indotto a credere che le critiche rivolte a inizio stagione a un organico ritenuto limitato nonché carente e soprattutto assemblato senza alcun principio logico fossero state ingenerose se non addirittura gratuite. Insomma, avremmo tanto voluto esserci sbagliati e quella luce accecante che emanava in quel periodo la squadra induceva a una riflessione: ovvero che in tanti si fosse rimasti in precedenza vittime di un abbaglio.

Ora, invece, sappiamo che a Brindisi, il 4 novembre, Cantù imboccò quella strada accidentata e pericolosa che tanto si temeva. Da allora a oggi, soltanto una partita realmente in equilibrio (quella persa di 3 punti con Pesaro) e un’altra con lo scarto contenuto entro la doppia cifra (-9 a Bologna) all’interno di un contesto contraddistinto da autentici rovesci. Basti dire che questa striscia negativa è caratterizzata da uno scarto medio di 16.7 punti e che addirittura nelle cinque gare più recenti si è viaggiato a una media di 21 lunghezze di scarto. Uno sproposito. Pur con la consapevolezza che le difficoltà in cui versa la società stanno incidendo in maniera pesante riflettendosi sui disastri a cui si assiste sul parquet, il riscontro sportivo è quello che è. Ovvero, un pianto greco

E se vogliamo attenerci a un altro tipo di dati, l’Acqua San Bernardo (a proposito, il nuovo sponsor è ancora all’asciutto dopo l’abbinamento...), che ha raccolto il testimone dalla Red October, è prima per palle perse (14.6 di media), ultima per percentuale (28.4%) nel tiro da 3, penultima per percentuale (68.7) dalla lunetta e per stoppate date (1.3).

Inoltre è la terza peggior difesa della serie A (88.8), nonché la squadra contro la quale le avversarie tirano meglio dall’arco dei 6.75 (38.2%). Insomma, risvolti sui quali lavorare ce ne sarebbero parecchi. L’importante è iniziare. E fare presto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA