È una Pesaro con l’acqua alla gola
Ma Cantù non deve avere pietà

Alle 17 all’Adriatic Arena la Red October è attesa dall’ultima in classifica. Discreto quintetto quello biancorosso, ma panchina poco profonda.

Da un estremo all’altro. Nel giro di una settimana, la Pallacanestro Cantù passa dal confronto con l’avversaria dall’organico più profondo in assoluto del campionato a quello con la rivale dal roster più “asciutto” della stessa serie A.

Con gli opposti che però non si toccano affatto perché tra la stragrande ricchezza di mezzi e di uomini di Milano e la straordinaria povertà degli uni e degli altri di Pesaro c’è di mezzo davvero un abisso.

Dopodiché, lapalissiano, le partite non si vincono sulla carta bensì sul campo, indi per cui questo pomeriggio (palla a due alle 17 e scontro affidato alla terna Lo Guzzo, Belfiore, Borgioni) alla Adriatic Arena la Red October sarà chiamata a dimostrare con i fatti la propria superiorità tecnica, fisica e atletica. Cantù, lo sanno pure i bimbi, è in piena corsa per i playoff, mentre la VL - sei vittorie in ventisei incontri... - è al momento quella messa peggio nella lotta per la salvezza. Perché in classifica ha gli stessi punti di Capo d’Orlando ma si ritrova di fatto ultima poiché il doppio confronto con gli isolani non le è favorevole.

Il play Usa Rotnei Clarke guida un quintetto che non è affatto male perché l’altro ultimo arrivato Taylor Braun (due partite a 16.5 di media) ci sa fare come ala piccola, perché la guardia Pablo Bertone garantisce una decina di punti e perché la giovane coppia di lunghi Mika-Omogbo contribuisce con circa 25 punti e 17 rimbalzi di media.

Il problema vero per Pesaro è quando occorre far ricorso alla panchina (con i vari Ceron, Monaldi, Ancelotti, Serpilli e Bocconcelli), poiché lì siamo veramente ai minimi termini tenuto conto che non produce oltre 17 punti complessivamente.

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