Facchin: «Peccato
Ma andiamo avanti»

«Gli errori singoli possono capitare, anche a chi gioca in Champions. Ma si deve lavorare per limitarli»

«Nel secondo tempo ci è mancato qualcosa per poter vincere. Cosa? Penso la brillantezza, perché l’impegno c’è stato». Così Davide Facchin, portiere del Como, prova a spiegare la mancata vittoria contro l’Olbia. Una partita che il portiere giudica «stranissima, in cui siamo stati colpiti a freddo, che avevamo ribaltato grazie a giocate giuste e un atteggiamento aggressivo. Poi, con un piede già negli spogliatoi, è arrivato il pareggio».

Nel secondo tempo, per Facchin «il Como ci ha provato, volevamo fare l’impresa sebbene fossimo in dieci, ma allo stesso tempo c’era ordine in campo, perché non volevamo subire». La componente psicologica è da non sottovalutare, quando le gambe rispondono solo fino a un certo punto: «L’aspetto fisico e mentale, di adrenalina, può venir meno. Non voglio essere mal interpretato, però dico che avendo giocato così tanto, sono sicuro che l’aspetto del tour de force abbia inciso sulle dinamiche della partita contro l’Olbia».

Nulla di compromesso, anche se rimane un po’ di rammarico: «Avevamo preso il passo giusto, però andiamo avanti comunque, è una lezione in un campionato lungo. Gli errori singoli possono capitare, anche a chi gioca in Champions. Ma si deve lavorare per limitarli». Per Facchin, un altro rigore parato dopo quello contro il Renate, con la difficoltà del cambi odi tiratore tra un rigore e l’altro: «Avevo guardato i video di Ragatzu e di Giandonato, paradossalmente ho parato quello a Udoh, che non avevo analizzato. Guardando la sua postura iniziale ho pensato che non avrebbe potuto “aprire” la traiettoria. Sono andato a intuito, è andata bene».

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