Fasana: «Uffa questi infortuni»

Erika Fasana racconta i suoi mondiali di Glasgow, con la qualificazione olimpica conquistata e il malanno che le ha tolto al finale individuale

«Con una gamba sola ha contribuito a portare la squadra a Rio e al settimo posto nella finale; non potevamo pretendere che facesse il corpo libero, anche senza un braccio». Il direttore tecnico dell’Italia femminile, Enrico Casella, descrive nel migliore dei modi, con parole anche crude, la difficile situazione fisica che ha vissuto Erika Fasana nel mondiale di Glasgow. La diciannovenne tavernolese, dopo aver stretto i denti per tutta l’estate, a causa di una microfrattura ad una tibia,ha dovuto rinunciare alla seconda finale mondiale consecutiva al corpo libero, per un problema al gomito destro, accusato durante il riscaldamento al volteggio, nella finale a squadre. «Diciamo che sono stata più arrabbiata che triste – spiega Fasana -. Avevo lavorato tanto e non è stato facile, per il dolore alla tibia. È vero che la gara più importante era la qualificazione a squadre per le Olimpiadi, ma ero contentissima per essere riuscita ad entrare anche nella finale al corpo libero. E mi ha fatto arrabbiare dover rinunciare per un altro infortunio».

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