Felleca: «Como, usa la calcolatrice»

L’amministratore delegato: «A Seregno dopo l’espulsione bisognava accontentarsi del pareggio»

Un Como che deve essere più calcolatore. La sconfitta di Seregno ha aperto qualche dibattito, una delle tesi è quella già accennata da Ninni Corda e sostenuta a gran voce da Roberto Felleca. L’amministratore delegato del Como non accetta facilmente la giustificazione di una squadra rimaneggiata, vittima oltre che dell’avversario di una domenica particolarmente complicata dalle assenze.

«È una motivazione reale - dice -, ma non mi aiuta a digerire come niente fosse la sconfitta in casa di una squadra che ha 30 punti meno di noi. Preferisco leggerla come uno stop che può capitare dopo una lunga serie positiva, ma non riesco a non arrabbiarmi. Non quando si ha una rosa come la nostra, che deve essere in grado di far fronte a tutto. Le assenze non sono una giustificazione». Perchè se no, continua Felleca, «allora quando avevamo gli uomini contati e vincevamo, cos’eravamo, dei mostri?».

Il concetto, dunque, è un altro. Appunto quello di un Como più in grado di fare i conti. «Sì, perchè domenica sarebbe stato importante anche fare solo un punto. È inutile in certe situazioni essere presuntuosi e cercare di vincere correndo rischi. Avremmo dovuto capire che in questo caso, soprattutto quando siamo rimasti in dieci, c’era da difendere il pareggio. Guardate gli altri, a cominciare dallo stesso Gozzano. Non vince tutte le domeniche eppure sta ancora riuscendo ad amministrare il suo vantaggio».

Secondo Roberto Felleca, «abbiamo fatto un regalo ai nostri avversari, a chi sta davanti ma anche a chi sta dietro. Perchè è vero che vincendo saremmo arrivati al primo posto ma c’è anche da pensare a chi insegue. Io temo particolarmente la Pro Sesto. È vero, ha quattro punti meno di noi, ma non dobbiamo assolutamente farla avvicinare. Loro affronteranno il Gozzano proprio la domenica prima di noi. Bisogna stare molto attenti, perchè le cose possono ancora cambiare facilmente. Per questo anche un punto in più può essere fondamentale».

Detto questo, non ci sono comunque segnali di allarme. «Con dodici partite ancora da giocare certamente no. Abbiamo 54 punti, quota che in altri gironi ci darebbe tranquillamente il primo posto. Certo che più si va avanti più siamo costretti a vincere per forza. Ma anche buttare via un pareggio può essere un errore grave, che non ha scuse».

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