Frontalieri, l’assessore regionale:
«Il governo vuole spremerli»

Si muove la Regione: lettera del presidente Maroni ai ministri dell’Economia e della Salute e all’Agenzia delle Entrate

«Il Governo si è accorto tardivamente dei frontalieri, dopo averli ignorati per anni e al solo scopo di spremerli».

Lo dichiara Francesca Brianza, assessore regionale al Post Expo e Città metropolitana e delegata della Regione Lombardia per la Regio Insubrica. «I riflettori - ricorda l’assessore Brianza - si sono accesi sui frontalieri prima nel 2012, con un furto dell’indennità speciale di disoccupazione di 270 milioni di euro, poi con la revisione degli accordi bilaterali, che produrrà i suoi effetti dal 2018, provocando un aumento della pressione fiscale».

«Ora - prosegue - il Governo torna all’attacco con la tassa sulla sanità, chiedendo ai lavoratori transfrontalieri di contribuire al Servizio sanitario nazionale, equiparandoli, di conseguenza, a degli evasori fiscali, senza considerare che già pagano le tasse attraverso i ristorni». «Questo nuovo balzello - sottolinea l’assessore - sta creando non pochi disagi e preoccupazioni e, ancora una volta, si sta cercando di scaricare la responsabilità su Regione Lombardia».

«Adesso - conclude l’assessore Brianza - attendiamo le risposte del Governo Renzi alla lettera del presidente Maroni, per fare una volta per tutte chiarezza sulle responsabilità».

Per questo, il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni ha scritto ai ministri dell’Economia e della Salute e all’Agenzia delle Entrate in merito alla questione del pagamento della sanità italiana da parte dei lavoratori frontalieri: a Roma si pretenderebbe che i frontalieri, che già pagano le tasse oltreconfine, si facciano carico di un ulteriore balzello per l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale italiano con una cifra che può arrivare fino a 2700 euro all’anno.

Nella lettera del presidente, inoltre, sono stati posti precisi quesiti sulla legittimità della nuova tassa: in particolare, se i frontalieri siano tenuti da subito al pagamento del contributo, contando che è ancora in vigore l’accordo bilaterale Italia-Svizzera del 1974. Tale accordo prevede che circa il 40 per cento del gettito fiscale generato dai lavoratori frontalieri venga versato ai Comuni italiani di frontiera attraverso i famosi ristorni. Per questo viene sottolineato che i frontalieri non sono degli evasori. Inoltre, entrando in vigore nel 2018 il nuovo accordo bilaterale Italia-Svizzera, che prevede un nuovo regime fiscale, l’interrogativo verte sul fatto se sia opportuno applicare ora questa nuova tassa.

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