Fusi padre e figlio
Due parole sulla pallanuoto

Matteo e Martino, tutti e due alla Como Nuoto, fanno il punto della situazione e raccontano la loro passione

Matteo “Bisio” Fusi, suo figlio Martino: due facce della stessa medaglia, quell’amore per la Como Nuoto che ha regalato una carriera longeva da allenatore al primo e tante soddisfazioni al pur giovane erede, solo ventiduenne, ma con alle spalle tante esperienze sportive importanti.

Estroverso ed estroso il papà, più taciturno ma non scontroso Martino, abbiamo colto in entrambi la voglia di confrontarsi sull’argomento più gettonato a casa Fusi, ovvero la pallanuoto.

Il momento non è dei più allegri, entrambi sono fermi nelle rispettive attività per la perdurante chiusura dei pochi impianti che pur potrebbero riaprire a breve. Così, cerchiamo un diversivo per distrarli e distrarci dalle tensioni, dalle incertezze sul presente ed il futuro che occupano la loro mente ma anche quella di tutti gli sportivi che frequentano le piscine.

Un confronto doppio nel quale le risposte di Matteo saranno contrassegnate dalla lettera B, quella di Bisio. Da dove derivi il soprannome ormai è risaputo: l’ammirazione per un grande giocatore ligure degli scorsi decenni che di cognome appunto si chiama Bisio ha portato il “nostro” Bisio a conoscere poi quello vero. Sono in molti, ormai, a pensare che il percorso sia stato quello inverso, ma questa è un’altra storia.

Il tuo giocatore preferito?

M: Velotto per la fase difensiva e Di Fulvio per quella offensiva.

B : Ai miei tempi adoravo lo spagnolo Estiarte, giocatore eccezionale nonostante avesse un fisico normalissimo. Ora mi piace molto Di Fulvio.

La pallanuoto riuscirà a risollevarsi dopo la batosta dello stop ai campionati?

M e B: Sì, ma servirà una riorganizzazione totale, bisogna tentare di occupare gli spazi temporali lasciati liberi dagli sport più seguiti, rendere più accoglienti le piscine e soprattutto calmierare il costo degli spazi-acqua. Servirà investire sui nuovi arbitri, prevedere ritorni fiscali più attraenti per gli sponsor, avere tanta attenzione sulla crescita dei giovani: il lavoro da fare è tanto.

Il tuo pregio ed il tuo difetto principale da giocatore.

M: Un mio pregio è la disponibilità verso la squadra, quanto ai difetti penso di dover lavorare su tanti aspetti sia tecnici sia caratteriali.

B: Il mio pregio principale era la velocità, gli altri erano solo difetti.

Hai mai pensato di lasciare la Como Nuoto?

M: In alcuni momenti il pensiero mi ha sfiorato, ma ha sempre prevalso il mio amore per questa società.

B: No, mai.

Se un giorno a Como dovesse rimanere solo la Pallanuoto Como, accetteresti una loro offerta vantaggiosa?

M: In questo momento no.

B: No, mai.

Con quale allenatore ti sei trovato meglio e con quale peggio?

M: Molto bene con Piccardo, con lui avevo un rapporto speciale, anche quest’anno con Zimonjic mi sto trovando bene, ha saputo creare un bel gruppo e mi ha dato fiducia. Non ho avuto un gran rapporto con Luca Polacchi, avevamo visioni diverse della pallanuoto.

B: Rudy Cattino, artefice del mio ritorno in Como Nuoto come allenatore dopo 15 anni da atleta. Piccardo mi ha dato la responsabilità di riformare il settore giovanile, con entrambi il rapporto umano è ancora molto buono. Con Checco Rota non è scattato il giusto feeling umano e professionale.

Cosa ti ha dato la pallanuoto?

M e B: Tante amicizie durature, emozioni fantastiche. Mi ha formato a livello caratteriale e mi ha insegnato a lavorare per il gruppo e a non mollare mai.

Dopo il lockdown bisogna ricominciare subito o aspettare?

M e B: Aspettare fino a fine estate e se servisse anche oltre. La tutela della salute dev’essere la priorità.

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