Futuro Pallacanestro Cantù
Sono in corsa altre due cordate

Non sarebbe soltanto di quella abruzzese l’interesse per l’acquisizione del club

La cordata abruzzese, ma non solo. A voler scalare la proprietà della Pallacanestro Cantù ci sarebbero almeno anche un altro paio di “interlocutori”. In questo caso, tuttavia, rispetto al gruppo di imprenditori capeggiato dal teatino Gabriele Marchesani, i pour parler con il club brianzolo sono in fase meno avanzata a livello di tempistica e, ovviamente, di successivi passaggi formali. Quanto alla composizione dei due gruppi interessati trapela poco nulla anche se non è da escludere che una delle due contempli una partecipazione, pur in forma parziale, di imprenditori del territorio. Che dunque facciano capo al Canturino e alla Brianza.

Tra domani e giovedì, intanto, Roman Popov incontrerà in sede a Cermenate i rappresentanti della cordata abruzzese con tanto di “due diligence” alla mano per approfondire in maniera ufficiale la trattativa, ma al contempo non si interromperanno le linee di comunicazione con gli altri soggetti interessati all’acquisto del pacchetto completo. Il che sta a significare club e palazzetto.

Perché, sempre che Gerasimenko non faccia retromarcia rimangiandosi la parola (e lo scritto...) di «mettere sul mercato la mia partecipazione azionaria a costo zero», le trattative dovrebbero vertere sull’entità dell’esposizione debitoria cui voler far fronte e sul costo d’acquisto della Pianella srl, la società più direttamente legata al nuovo palazzetto. Le cui quote ammonterebbero a oltre due milioni di euro (con il solo progetto del nuovo Pianella stimato attorno al mezzo milione).

Nel frattempo prosegue l’opera di proselitismo sul territorio da parte di “Tutti Insieme Cantù” allo scopo di far convergere il maggior numero possibile di persone e aziende interessate a costituirsi in consorzio.

Ai primi di gennaio dovrebbe essere convocata un’assemblea alla quale saranno appunto invitati a partecipare i soggetti che intendono far capo a Tic. La prospettiva è quella di rendere il consorzio funzionale a qualsiasi eventuale nuova proprietà all’interno di un progetto credibile e fruibile.

Tornando alla cordata abruzzese, non v’è dubbio che la stessa si sia già mediaticamente esposta in modo massiccio, preferendo dare il massimo risalto alla propria iniziativa piuttosto che farla passare sotto traccia all’interno di un più stretto riserbo. In questo modo, riguardo alle attese, ha contribuito a mettere molta più pressione sia su se stessa sia sulla stessa Pallacanestro Cantù, accrescendo tra le parti l’ansia da prestazione. E non è detto sia un bene.

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