Gaines: «Prima vinciamo
Poi pensiamo agli altri»

«Appena finito il match ero arrabbiato e deluso per come è andata a finire la partita, la vittoria ci è davvero sfuggita di un niente»

Un destino un po’ crudele associa le ultime due sconfitte di Cantù a Desio: entrambe perse di un punto, entrambe con l’ultimo tiro sul ferro colpito da Frank Gaines.

Non è certo colpa della guardia americana – 20 e rotti punti di media a partita - se Cantù è stata sconfitta, semmai sono le scelte nelle azioni che hanno portato ai sorpassi il vero problema.

Ma Gaines, da leader silenzioso qual è, non si tira mai indietro. E non l’ha mai fatto. Del resto è stato preso anche per questo - con un’operazione orchestrata dallo sponsor-tifoso Paolo Petazzi e dal suo Cinelandia Park -: dare alla squadra sicurezza e pericolosità.

Non si tira indietro nemmeno nel commentare l’ennesimo risultato finale amaro di una stagione complicata: «Chiaramente le mie sensazioni, per il finale di gara e per risultato in sé, non sono affatto buone. Mi pare ovvio. Appena finito il match ero arrabbiato e deluso per come è andata a finire la partita, la vittoria ci è davvero sfuggita di un niente, dovevamo chiuderla e non lo abbiamo fatto».

E, a proposito dell’ultimo, sfortunato tiro, “organizzato” in 3 secondi e spiccioli, Gaines non si butta la croce addosso: «Ho preso il miglior tiro possibile e non è entrato. Questa, purtroppo, è la pallacanestro. Così vanno le cose, capita che le partite possano andare a finire così. Adesso, però, non bisogna pensarci ancora. Non dobbiamo scoraggiarci, non serve».

La testa, sua e della squadra, è già a Bologna per l’attesa sfida sul campo della Fortitudo: «Adesso toccherà rialzarci in fretta, raccogliere tutte le energie possibili, non solo fisiche, ma anche mentali, e fare il possibile per vincere a Bologna. Dobbiamo vincere, non ci sono alternative».

Cinque partite perse al fotofinish per Cantù, la sensazione che sia la stagione delle occasioni mancate.

C’è un motivo per cui la S.Bernardo non riesce a chiudere certe partite a proprio favore? «Certamente la concentrazione nei finali di partita è un fattore troppo importante e in alcuni finali ci è venuta un po’ a mancare. Nel caso specifico di Reggio Emilia avremmo dovuto essere più lucidi e attenti nel possesso difensivo. Dovevamo difendere meglio, non c’è dubbio».

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