Gallo dopo la sconfitta su rigore
«Se parlo mi squalificano per otto mesi»

L’allenatore del Como è infuriato per il finale della partita di Roma, vinta 3-2 dalla Racing

Facce scurissime, nervosismo a fior di pelle, nessun giocatore mandato a parlare dopo la partita. Troppo nervosismo. Il Como, con il direttore generale Diego Foresti e il tecnico Fabio Gallo si presentano in sala stampa lividi, ancora tesi. Una domanda ritenuta “scomoda” rivolta da un giornalista locale e volano urla.

Parte Gallo che, come sempre prima di parlare, rivede le immagini salienti. Cerca di mantenere la calma. «Se parlo, mi danno otto mesi di squalifica… ma parlo degli episodi, a ragion veduta. Pessina è stato tranciato in area e l’arbitro era a due metri: era un rigore clamoroso. Se il primo rigore a nostro favore era netto, perché Chinellato è stato stretto da due difensori, questo lo era ancora di più. Non contesto quello assegnato alla Racing due minuti dopo. Ma prima c’era un rigore clamoroso per noi ». Passo indietro, al 7’ della ripresa: «Il fallo di Antezza non esiste. L’arbitro ha perso la bussola: al 35’ stava dando il recupero quando mancavano dieci minuti». Ancora, nel finale, due espulsioni: «Fietta è stato espulso perché un avversario ha ricordato all’arbitro che era già ammonito… La mia me la sentivo: l’arbitro si stava avvicinando e mi sono incamminato verso gli spogliatoi».

Gallo poi parla della partita, una sfida intensa decisa nel finale: «Non l’abbiamo affatto sottovalutato la Racing, l’abbiamo preparata bene, ma abbiamo pagato due errori. Sul primo gol, il pallone era nella traiettoria del sole, Bertani era sul palo e avrebbe dovuto intervenire. Sul secondo, c’è stato un errore di Nossa. Purtroppo su un campo così malmesso non parliamo di calcio, ma di un altro sport. E certamente questo fattore ha favorito la Racing, più brava ad adattarsi meglio di noi». Ma Gallo, anche in dieci ci credeva davvero tanto: «Tutti i cambi sono stati fatti perché volevamo vincere. Anzi, l’avremmo anche vinta se avesse fischiato… Ma è andata come tutti hanno visto».

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