Giorgi, è uno stop obbligato
«Punto sulla Coppa Europa»

Niente trasferta slovacca, la campionessa di Cabiate racconta i programmi futuri

La pandemia rende complicato l’avvicinamento di Eleonora Giorgi alle Olimpiadi della prossima estate a Sapporo (località che ospiterà le gare di marcia).

La cabiatese sabato avrebbe voluto partecipare alla prima fatica dell’anno a livello internazionale, con la 20 chilometri di Dudince. Ma la normativa per contrastare la diffusione del Covid, prevede una quarantena di 14 giorni per entrare in Slovacchia.

«Così abbiamo rinunciato - spiega Giorgi -. La situazione è molto incerta per le conseguenze della pandemia e per le disposizioni che variano, da Stato a Stato, di settimana in settimana».

La comasca prova ad ipotizzare un calendario. «Ad aprile ci sarebbe una venti in Portogallo, mentre il 16 maggio c’è la Coppa Europa sui 35 chilometri a Podebrady (Repubblica Ceca) e questa, specie in proiezione olimpica, sarebbe una gara a cui vorrei partecipare - dice la portacolori delle Fiamme Azzurre -. Vedremo come si evolverà la situazione e, in ogni caso, spero di trovare una gara, in Italia o nelle vicinanze, sui 20 chilometri, ad aprile per testare ancora di più la mia condizione».

Il 2021 è iniziato nel migliore dei modi con due titoli italiani nella 35 e nella 20 chilometri. Al di là dell’oro, la cabiatese ha tratto anche delle importanti indicazioni. «Innanzitutto per me è sempre un grande onore la vittoria in un campionato nazionale - spiega Giorgi -. Poi è stato importantissimo tornare alla competizione agonistica, dopo quasi un anno di stop. E sono anche contenta anche dei tempi che ho realizzato: discreto quello della 35 chilometri (3.00’21” nda) dove c’era però un vento molto fastidioso; molto buono quello della venti di Grottaglie (1.28’39” nda), molto vicino al mio personale (1.26’17” nda) e, in ogni caso, il mio miglior debutto stagionale della carriera sulla distanza. Poi sono stata molto felice di correre nella gara dedicata alla grandissima Annarita Sidoti, il cui ricordo è sempre vivo in me».

Nel frattempo la comasca prosegue i lavori tecnici. «Con il mio allenatore, Gianni Perricelli, abbiamo lavorato molto e siamo convinti che la mia marcia sia molto migliorata -conclude -, avendo curato l’aspetto del movimento della parte superiore del corpo, che è poi quella che visivamente i giudici vedono e su cui basano le loro decisioni».

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